Uil: “Un nuovo contratto per tutti i dipendenti pubblici”

Dalla UIl Flp riceviamo e pubblichiamo

Dopo due anni dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimo bloccare per anni le retribuzioni dei dipendenti pubblici, dopo quasi un anno dall’accordo di novembre 2016, realizzato da CGIL, CISL e UIL con il Governo,che era stato presentato dai mass media come il rinnovo del contratto del pubblico impiego, finalmente il Sindacato è tornato a sedersi, da qualche settimana, attorno al tavolo dell’Aran (agenzia che proprio di questo si occupa per conto di tutte le Amministrazioni pubbliche) per parlare dei rinnovi contrattuali attesi ormai da otto anni. Un ritorno alla contrattazione che era tutt’altro che scontato e traguardo che non si sarebbe raggiunto senza l’impegno profuso dal sindacato confederale, e in particolar modo dalla UIL, negli ultimi anni, nei mesi scorsi, nelle passate settimane.

Molte sono le manifestazioni che abbiamo realizzato assieme a Cgil e Cisl – evidenziano dalla UIL Molise – molto impegno è stato messo nella elaborazione delle piattaforme sindacali, nel mantenere il contatto con gli iscritti ed i lavoratori tutti, nel ricercare la solidarietà da parte dei cittadini la cui qualità della vita e dei servizi fruiti dipendono in buona misura proprio dal lavoro dei dipendenti pubblici. Poi, certo, qualche esponente del sindacalismo corporativo locale, la cui competenza è dubbia laddove le microscopiche dimensioni organizzative della rappresentanza sono certe, si può vantare di aver preso un caffè in Via del Corso a Roma (sede dell’Aran, ndr); certo qualche sedicente associazione può predicare che buttando un po’ di soldi, subito, in mano agli avvocati si potranno, domani, forse, recuperare gli aumenti contrattuali saltati. Ecco, noi no. Noi facciamo Sindacato e non affari, rappresentanza e non strumentalizzazioni, non autoincensamenti ma azioni (ne è prova l’accordo con il Governo di un anno fa, raggiunto dalle Confederazioni).”

Proprio a seguire le tante azioni, per dare ulteriore forza all’iniziativa sindacale, per fare il punto dello stato del confronto in atto, la UIL ha convocato a Roma, martedì scorso, tutti i propri quadri sindacali di base:dalla scuola alla ricerca, dai dipendenti comunali alla sanità agli uffici statali. C’era anche molto Molise a questo incontro, delegati rappresentativi della nostra complessa realtà dove la Pubblica Amministrazione rappresenta ancora oggi il maggior datore di lavoro. Per la UIL FPL c’erano due dirigenti sindacali di spicco: Antonio Buonanno, dipendente della Provincia di Campobasso in rappresentanza dei dipendenti degli enti locali, e Pasquale Gianguitto, infermiere presso il San Timoteo di Termoli a portare le ragioni dei dipendenti del comparto sanità.

Vogliamo un nuovo contratto non solo per garantire una più equa remunerazione del lavoro anche in ogni settore del pubblico impiego – afferma Buonanno riportando i temi al centro del dibattito a Roma –ma anche per concorrere al cambiamento della pubblica amministrazione. Quello che va profilandosi è un contratto che crea un equilibrio più avanzato nelle relazioni sindacali anche grazie a nuove forme di partecipazione, che realizza il recupero della triennalità attraverso la ripresa degli incrementi salariali, che programma il rilancio della contrattazione di secondo livello, che permette e governa lo sblocco del turn-over, che prevede la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Finalmente troveremo nel contratto uno specifico spazio di azione per il sindacato, la cui funzione è riconosciuta, acquisizione tanto più importante a fronte di tante materie, di interesse di tutti i lavoratori, che sono state oggetto di delegificazione (in materia di diritto del lavoro o per la tutela del salario accessorio, solo per fare qualche esempio).”

Gianguitto, a proposito di aumenti contrattuali, precisa: Dovremo, come sindacato, vedere bene i numeri e le carte, ma sembra che le risorse necessarie per i contratti del pubblico impiego siano state effettivamente trovate. Non v’è dubbio che queste devono essere utilizzate per salvaguardare l’incremento degli 85 € riferiti al tabellare, mentre gli 80 € del cosiddetto “bonus Renzi” vanno finanziati senza incidere e utilizzare le risorse stanziate per gli incrementi del triennio. La  defiscalizzazione del salario di produttività (come già avviene in altri settori economici) e l’introduzione del Welfare contrattuale nel pubblico impiego (più protezione del lavoratore e della sua famiglia, ad esempio con l’assicurazione sanitaria o con il rafforzamento della previdenza complementare) sono alcuni altri punti salienti che i sindacati confederali hanno incluso nell’accordo con il governo. Proprio di questi temi si sta discutendo all’Aran in questi giorni, ma nel quadro di una complessa e articolata strategia del sindacato confederale che punta a portare più soldi in tasca ai dipendenti pubblici, ma anche ad allargare la tutela contrattuale, migliorare le condizioni di lavoro, concorrere ad ammodernare la pubblica amministrazione.”

Secondo la UIL occorre puntare al rinnovamento nella pubblica amministrazione che valorizzi, anche grazie al nuovo contratto di lavoro, le dipendenti e i dipendenti pubblici, le loro professionalità, la loro dedizione: sono loro “il motore” per il buon funzionamento della macchina pubblica.

Sempre Gianguitto e Buonanno: “Anche da noi in Molise, la pubblica amministrazione non può essere vista come un peso, ma come un volano di sviluppo al servizio della collettività. E si deve partire al più presto con lo sblocco del turn-over per far fronte ai tanti problemi che si sono registrati a seguito della drastica riduzione del personale, che ha comportato anche tagli e riduzione della qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. Non è più tempo di tagli, già troppi danni sono stati fatti ai servizi ospedalieri, all’efficienza del Corpo forestale, con la rimodulazione delle province, con la trascrizione della dislocazione sul territorio degli uffici statali, dei tribunali, delle scuole, delle camere di commercio, e via elencando. Anche perché, e la storia anche molisana di questi anni sta a dimostrare, con i tagli lineari o chirurgici non si è comunque ridotto il debito pubblico né si è migliorata l’efficienza del sistema e della macchina pubblica. Un paese, una regione che deve agganciare la ripresa ha bisogno di servizi più efficienti, di una burocrazia più snella, di apparati amministrativi che valorizzino le competenze e le professionalità interne, piuttosto che ricorrere in continuazione a consulenti esterni superpagati. Allora: subito la stabilizzazione dei precari, immediatamente nuovi concorsi, al più presto iniziative per la qualificazione degli occupati nella pubblica amministrazione. Queste sono operazioni che si possono, anzi si devono fare qua in Molise. Nel frattempo, a Roma, la trattativa per il nuovo contratto di lavoro prosegue.”

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