Terremoto 2009, il tribunale dell’Aquila condanna il Ministero delle Infrastrutture.L’avvocato Mescia tra i legali della causa

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato condannato dal Tribunale
dell’Aquila a risarcire i danni subiti dalla famiglia Fioravanti per il decesso di due persone
avvenuto durante la notte del terremoto del 6 aprile 2009 per il crollo della casa in cui
vivevano.


L’assistito Guido Fioravanti, seguito dai legali Quirino Mescia (del foro di Campobasso)e
Aleandro Equizi, Gianna Giardini (del foro de L’Aquila), aveva citato in giudizio il Ministero
in questione (quale Pubblica Amministrazione apicale dell’Ufficio del Genio Civile all’epoca
della costruzione dell’edificio crollato), chiedendone la condanna al risarcimento di tutti i
danni subiti per la tragica e prematura perdita dei genitori per non avere colto le
difformità della costruzione rispetto alle prescrizioni normative antisismiche all’epoca
vigenti che avevano reso l’edificio incapace di resistere al sisma del 6 aprile.

All’esito di una lunga e complessa istruttoria, nel corso della quale è stata eseguita anche una consulenza tecnica d’ufficio sulle cause del crollo, la sentenza ha riconosciuto la “grave negligenza del Genio Civile nello svolgimento del proprio compito di vigilanza
sull’osservanza delle norme antisismiche allora vigenti, in tutte le fasi in cui detta
vigilanza era prevista”.

Se il Genio Civile avesse diligentemente svolto almeno uno dei compiti (in fase preventiva
alla presentazione della denuncia e del relativo progetto; in corso di costruzione, compiendo controlli per verificare la conformità del realizzato all’assentito; in sede di sopralluogo finale), la divergenza tra la costruzione e le norme antisismiche sarebbe emersa e si sarebbe dunque impedito il verificarsi del crollo con alta probabilità logica.

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