“I contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore. La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, ed è stata comunicata formalmente con lettera inviata all’Aran annunciando la decisione del Sindacato di disdettare il Protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero. La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, la UIL chiede ancora di cambiare la Legge di Stabilità e a CGIL e CISL chiederà di avviare anche su questo percorso lotte unitarie”.
Queste le parole forti del nostro Segretario Generale aggiunto Carmelo Barbagallo e la posizione della UIL che in Molise condividiamo fino in fondo.
Non è più tollerabile, infatti, la disdetta unilaterale del contratto, né è più accettabile assistere all’aumento sproporzionato del debito pubblico, ad ogni livello, nazionale e regionale nonostante i risparmi generati dal blocco dei contratti, dal blocco del turn-over del sistema pubblico, dai sacrifici imposti ai cittadini, con l’aggravante che a livello locale le risorse diminuiscono, sono tagliati i finanziamenti e di conseguenza si riducono i servizi essenziali indispensabili come le scuole, gli ospedali pubblici, il trasporto pubblico, l’innovazione e ricerca. In una parola: i diritti di cittadinanza!
La contrattazione che chiediamo e che vogliamo non pesa sui bilanci e nemmeno sulle tasche dei contribuenti: anzi aiuta a spendere meno, perché aiuta a spendere meglio! Ne beneficia l’amministrazione, ci guadagnano le famiglie e le imprese, ne giovano i lavoratori pubblici. Con i blocchi e i tagli, invece, ci perdiamo tutti, ci perde il Paese e come al solito i più deboli.
Dunque, la Uil è pronta ad affrontare questa nuova sfida della disdetta degli accordi, affinché il Governo Renzi intervenga anche nel settore pubblico, sostenendo quei milioni di lavoratori che nell’indifferenza dei più garantiscono il sostegno allo stato sociale e assistenziale, certamente da migliorare e da rivedere, ma di sicuro non martoriando ancor di più categorie già fragili.
Ben vengano i tetti di spesa ai manager pubblici, degli Enti doppione e i tagli alle super consulenze, ma orientando quelle risorse a favore di quei lavoratori che dignitosamente ogni giorno con sacrifici e a volte senza neppure gli strumenti necessari garantiscono un servizio alla collettività.
Tecla Boccardo (UIL) : Bisogna rispettare gli accordi sul Pubblico impiego
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