Lo split payment, il meccanismo di scissione dell’IVA che si applica alle operazioni con le Pubbliche Amministrazioni che poi versano direttamente all’Erario l’IVA che viene addebitata dal fornitore, e non piace ai costruttori edili. Il motivo è che la norma varata dalla Legge di Stabilità, il cui decreto ministeriale con le regole attuative è stato da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale, toglie una liquidità fondamentale per la sopravvivenza delle aziende che lavorano con la PA.
Lo split payment, entrato in vigore il 1° gennaio e nato con lo scopo di combattere l’evasione fiscale, escludendo il giro dell’IVA finora adottato toglie alle imprese una parte della liquidità sulla quale poteva contare ossia il 10% circa fino al momento in cui avrebbero dovuto versare l’imposta allo Stato, entro il mese o il trimestre successivo al pagamento della fattura.
Venerdì 6 febbraio è partita la protesta guidata dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili contro la norma varata dalla legge di stabilità che obbliga la PA a non pagare più l’Iva alle imprese, ma direttamente all’Erario, sul sito dell’Ance www.ance.it, verranno raccolte tutte le firme delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, con lo split payment, si vedranno togliere una liquidità fondamentale per la propria sopravvivenza.
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