L’ultimo rapporto della Caritas lancia l’allarme sulla povertà infantile in Italia ed evidenzia come un bambino su sette tra i 0 e 3 anni vive in condizioni di povertà assoluta. La situazione colpisce soprattutto le famiglie con minori e rappresenta un grave problema sociale con ripercussioni, a lungo termine, sul futuro di questi bambini. Le famiglie che ricorrono all’aiuto della Caritas spesso sono composte da cittadini non italiani, con madri giovani e basso livello di istruzione, in situazioni di grave precarietà occupazionale.
Le difficoltà economiche si traducono in rinunce quotidiane, come l’acquisto di pannolini, alimenti per neonati, visite mediche specialistiche e persino giocattoli. La povertà, oltre alle difficoltà materiali, limita, sopratutto, le opportunità formative e lavorative dei genitori, in particolare delle madri, che si trovano a dover rinunciare a molte possibilità a causa dell’impegno nel lavoro di cura. La miseria in cui vivono, costringe le famiglie a rinunciare, anche, ad attività ricreative per i propri figli e, in alcuni casi, persino alle cure mediche necessarie.
Un dato allarmante riguarda l’accesso al pediatra di libera scelta: quasi una famiglia su sette non vi accede, evidenziando la necessità di garantire l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale a tutti i minori. La scuola rappresenta un’opportunità fondamentale per i bambini provenienti da famiglie in difficoltà, poichè offre loro la possibilità di apprendere, socializzare e sviluppare le proprie potenzialità.
La povertà ostacola l’accesso all’istruzione, limita le possibilità di successo scolastico e, di conseguenza, le prospettive future. È fondamentale intervenire, non con proclami vuoti da parte di politici di turno, per garantire a tutti i bambini, indipendentemente dalle condizioni economiche della famiglia, l’accesso a un’istruzione di qualità, che possa rappresentare un trampolino di lancio verso un futuro migliore.
Alfredo Magnifico