Società/La Generazione Z: “Al tempo libero non rinunciamo”

La Gen Z, i giovani nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010, sta tentando di riscrivere le regole del mondo del lavoro. Ogni epoca ha visto le generazioni affrontare il lavoro con speranza, ambizione e incertezza, cercando di modellare la società  nel corso dei tempi. La storia del lavoro è una favola infinita, avvincente, intrecciata da desideri e prospettive delle diverse generazioni; da un lato ha rappresentato, lotte per acquisire diritti, dignità e realizzazione personale, dall’altra ha generato tensioni e disuguaglianze sociali. Uno studio condotto nel 2023 da Zety, un sito di consulenza professionale, riporta che la Gen Z, considera il posto di lavoro come parte integrante della propria identità, ma non è disposta a sacrificare la propria vita personale per esso.

I membri della Generazione Z sono determinati a ridefinire il concetto di occupazione, sono visionari e aspirano a trasformare il mercato del lavoro in meglio,anche se, persiste una discrepanza tra le loro aspettative e la realtà del mondo del lavoro tradizionale, stanno portando avanti una rivoluzione che va oltre il concetto tradizionale di lavoro e mettono in discussione gli stereotipi e le abitudini del passato. La loro mentalità è focalizzata sul benessere personale e sulla ricerca di un senso di realizzazione e non alla semplice ricerca di profitto.

La loro priorità comprende lo sviluppo personale, la sicurezza finanziaria, l’innovazione, l’impatto sociale e l’apprendimento continuo, per cui cercano flessibilità negli orari, assistenza sanitaria privata e opportunità di crescita personale, inoltre, sono disposti a lasciare l’attività di fronte a richieste di straordinari e a rinunciare all’impiego senza avere già un’alternativa pronta, e si identificano come “job hoppers”, ossia persone che cambiano lavoro frequentemente, per farla breve è valutano il benessere e la soddisfazione lavorativa prima della sicurezza economica.

Le aziende investono in programmi di riqualificazione e mentoring per ridurre il divario di talenti tra le diverse generazioni. La pandemia ha accentuato i problemi, limitando le opportunità di svolgere lavori part-time e stage, che rappresentano tappe importanti nella costruzione del curriculum dei giovani. Inoltre, l’eccessivo utilizzo dei social ha contribuito a creare una generazione iperconnessa, che combatte con ansia e malessere mentale.

Per le aziende i Post-Millennials rappresentano allo stesso tempo una sfida e un’opportunità, anche se dovranno adattarsi a una nuova cultura del lavoro, che mette al centro il benessere e la ricerca di un significato. Le aziende, per rimanere competitive, devono adeguare le condizioni lavorative alle esigenze dei giovani lavoratori e accettare il cambiamento in un mondo che evolve costantemente.

Alfredo Magnifico

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