Ieri mattina alle ore 10,00, con la presenza del Segretario Generale Aggiunto della CISL Luigi Sbarra, presso Villa Maria Hotel, Contrada Pretaro, Via S. Paolo, 66023 Francavilla al Mare (CH), si è svolto il Consiglio Generale della CISL Abruzzo Molise U.S.I., con il seguente ordine del giorno: Situazione politico-sindacale; Sostituzione componente Consiglio Generale; Cooptazioni nel Consiglio Generale; Ratifica Delibera del Consiglio Generale Confederale del 05.07.2018: “Affidamento attività raccolta di richieste di iscrizione e utilizzo sistemi informatici centralizzati”.
Nei corso del Consiglio è intervenuto il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro. Auspichiamo che la Politica abbandoni personalismi e favoritismi – ha affermato Antonio D’Alessandro -, prendendo provvedimenti concreti e portando avanti iniziative forti che realizzino vera giustizia e maggiore equità sociale. Purtroppo la lentezza e l’inefficienza sono sotto gli occhi di tutti e sono la vera causa delle difficoltà economiche, dei problemi delle famiglie, della sfiducia nel futuro da parte dei giovani, dell’aumento della delinquenza, soprattutto nel momento attuale in cui lo scollamento fra i dirigenti e le famiglie è particolarmente evidente ed è forte il contrasto fra chi governa e chi, vivendo in semipovertà, non arriva a fine mese.
In questo contesto – precisa Antonio D’Alessandro – c’è il distacco fra il cittadino e la politica, sembra quasi che la politica non abbia più un ruolo importante nella sfera decisionale, in quanto sembra che le decisioni siano sempre prese altrove, non più a livello territoriale, non regionale ma nazionale, non più nelle Camere del Parlamento romano ma a Bruxelles, oppure non a Bruxelles ma a Francoforte, o addirittura nei meandri della BCE, vero volano politico che introduce procedimenti subdoli per assegnare fondi agli Istituti bancari nazionali e non piuttosto alle imprese, scavalcando ancora una volta i governi nazionali e le strategie statali. Adesso più che mai è davvero necessario ridefinire gli ideali, riscrivere i principi e riscoprire i valori, per restituire speranza e ridare fiducia nel futuro riscoprendo strategie coraggiose e perspicaci, una politica saggia, una visione sobria e lungimirante, capace di esaminare le situazioni attuali, governare con sapienza per guidare il presente avendo, di conseguenza, una visione chiara del futuro.
È davvero auspicabile che si possa innescare un processo opposto, che inverta la tendenza, che destituisca gli attuali centri di potere, che smonti il sistema, che decostruisca, ceda, decentri, abbassi, distribuisca, diffonda le decisioni, restituisca dignità alle realtà locali, riaffermi la validità delle dimensioni territoriali e fornisca risposte concrete alle esigenze delle periferie. Ma al momento – insiste Antonio D’Alessandro – la politica non è in grado di darsi quello scatto di reni e, nonostante qualche novità, alcuni volti nuovi e strategie innovative si vengano ad affacciare nell’agone politico, non sembra vi siano governanti, statisti ed amministratori in grado di risolvere lo stato di stagnazione decisionale della nostra realtà italiana. Gettiamo uno sguardo sulla situazione molisana, senza allarmismi o falsa retorica ma con criteri obiettivi e realistici, purtroppo la politica regionale ha prodotto in regione, in questi anni, risultati devastanti.
Dai dati ISTAT, infatti, si rileva che nel 2017 non si è avuta alcuna nascita nei comuni di Castelbottaccio, Molise, Montemitro, Pietracupa, Provvidenti, San Biase, San Giovanni in Galdo, Sant’Angelo Limosano, Castelpizzuto, Montenero Val Cocchiara, Pettoranello del Molise e San Pietro Avellana. Sempre nel 2017 in Molise si è registrato un saldo negativo tra nascite e morti in numero di 1735, mentre altri 221 cittadini hanno cambiato residenza. La nostra popolazione è diminuita in un solo anno di ben 1956 unità, con un trend negativo che si trascina ormai dal 2014.
Considerato che mediamente i nostri comuni hanno una cittadinanza di 500 persone, si può affermare che ogni anno spariscono tre comuni molisani. Le nostre piccole cittadine hanno ormai una popolazione prevalentemente anziana, circostanza che porterà irrimediabilmente alla scomparsa del Molise. Ebbene, se questa è la situazione demografica in Molise – concludeva Antonio D’Alessandro, è necessario che la classe politica inizi a interrogarsi sul perché tutto ciò stia avvenendo. Sarà l’assenza di strade di comunicazione? Di eccessivo isolamento territoriale? Di viabilità compromessa? Di carenza di prospettive? Di cronica mancanza di lavoro? Di scarsa propensione al rischio imprenditoriale? Oppure non sarà forse che in Molise esiste un problema di impegno politico?