Sindacale/ Diario di un giorno diverso al tavolo “sulla sicurezza” al Ministero del Lavoro

Il giorno successivo alla nuova strage di Casteldaccia, che è stata successiva a quella di aprile della centrale idroelettrica di Suviana e quella di febbraio del cantiere Esselunga di Firenze, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha attivato con i sindacati, l’Inps, l’Inail e l’Ispettorato nazionale del lavoro un tavolo di concertazione per discutere di sicurezza sul lavoro.

Quello di ieri è stato il primo incontro dopo la conversione in legge del decreto Pnrr, che prevede dal primo di ottobre l’attuazione della patente a crediti nei cantieri, anche se si è ancora in attesa del provvedimento attuativo, nella sua introduzione la Ministro del Lavoro ha promesso di lavorare “in tempi rapidi” al decreto scrivendo una bozza entro fine mese e mettendo in piedi un calendario settimanale di incontri con le parti sociali, ed ha garantito che estende la Patente a tutti i settori interessati dagli appalti.

Inoltre ha comunicato che a breve ci saranno i bandi per l’assunzione di nuovi ispettori, con l’inserimento di professionalità tecniche, senza laurea, visto i 2.600 buchi in organico, anche perché i concorsi banditi nel 2021 e 2022, non hanno risolto il problema, visti gli stipendi assai poco attrattivi. A febbraio 2024 la Ministra aveva garantito ulteriori 250 assunzioni e un aumento delle azioni di vigilanza del 40%. Mi sono sorbito oltre trenta interventi, tutti che hanno individuato la soluzione nell’accordo del 2011 e nella formazione. Quando mi è stata concessa la parola mi sono permesso di uscire fuori tema e riporto brevemente il succo delle cose dette:

Se esiste un accordo tra le parti sindacali e datoriali del 2011 e i frutti che ha portato sono una media di mille morti anno e oltre cinquecentomila infortuni sul lavoro troppo buono non deve essere stato. La soluzione che ho dato: basta con gli appalti a  cascata. con i subappalti, il lavoro nero e il lavoro interinale non ci può essere una questione di massimo ribasso, il capo di gabinetto mi ha fatto osservare che nel decreto Pnrr è stata prevista la parità economica e normativa per i lavoratori in appalto, con l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, dandomi quasi dell’ignorante, come se il contratto dell’edilizia fosse per diritti e salario uguale al contratto delle agenzie di lavoro interinale o di cooperativa.

A 70 anni suonati o proseguito senza tentennamenti che nulla è previsto però per limitare il subappalto a cascata. Non esiste alcuna strategia del governo per fermare lo stillicidio delle morti sul lavoro, quasi 200 solo nei primi 90 giorni del 2024. “Non si può più parlare di emergenza”, Ci troviamo di fronte a una pandemia delle morti sul lavoro. Ho incalzato dicendo come in un vecchio Film western la vita umana di chi lavora vale meno di un dollaro bucato. “Prima della repressione serve un cambiamento culturale”.

Ho chiuso con la speranza che l’attuale governo possa avere la stessa sensibilità del senato romano all’apologo di Menenio Agrippa che aveva operato per riportare gli schiavi a rientrare al lavoro. Occorre che il Parlamento e le forze politiche abbiano un sussulto, anche se questo sussulto deve fare i conti con le scelte che tutti i governi, amici e non dei lavoratori, negli ultimi anni hanno imboccato la strada sbagliata e consentito che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e lo sdoganamento della schiavitù crescesse.

Alfredo Magnifico

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