La stagione estiva dei saldi è iniziata ormai, ma i portafogli dei consumatori sono stati già ripuliti dal caro vita. Acquisti ridotti e mirati e causa dei prezzi altissimi delle bollette, del carburante e dell’inflazione che hanno ridimensionato le abitudini delle famiglie.
L’ADOC da mesi, anche grazie alla campagna nazionale contro il caro prezzi “Ok il prezzo è giusto?”, appoggiata e accompagnata dalla nota attrice Marisa Laurito, denuncia prezzi altissimi soprattutto dei prodotti di largo consumo, prezzi che vanno ben oltre alle dinamiche inflattive.
Questa situazione sta mettendo in seria difficoltà molte famiglie italiane – ribadiscono Anna Rea Presidente nazionale di ADOC e Nicola Criscuoli Presidente regionale dell’associazione -, non solo quelle in stato di povertà con Isee basso (15mila euro), a cui si rivolge la card ’Dedicata a te’ di recente istituzione, ma anche i cittadini medi, quelli con reddito da 30mila euro, che diventeranno i nuovi lavoratori poveri.
Dopo il caro bollette – prosegue la presidente dell’ADOC -, non ancora recuperato nonostante il calo del prezzo dell’energia e del gas per effetto della reintroduzione da parte del Governo degli oneri di sistema e della tassazione, e con il “carrello” sempre più vuoto e di scarsa qualità, le tasche degli italiani si sono ulteriormente svuotate.
Occorre – proseguono dall’Adoc – rafforzare i controlli a livello territoriale, così come implementare il monitoraggio attivato dalla Commissione Allerta Prezzi, istituita di recente, con la presenza delle associazioni dei consumatori. Ma resta fondamentale stanare le speculazioni attivando un’azione cogente con la Grande Distribuzione Organizzata che spesso detta le regole anche alle aziende produttrici.
Vi è troppo scarto tra il prezzo all’origine e il prezzo alla vendita che arriva al consumatore. Per fare un esempio, i dati che ci dicono che anche il clima ha fatto rialzare i prezzi di meloni e angurie, alimenti importanti dell’estate, che hanno registrato, secondo dati del mercato all’ingrosso di Roma un aumento del 125% (meloni) e del 78% (angurie).
Lo abbiamo già detto nella Commissione di allerta rapida e nel Consiglio Nazionale dei Consumatori (Cncu), presieduto dal sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci: bisogna ricalibrare i passaggi della formazione del prezzo. È proprio lì, dove si formano e si nascondono forme di speculazione, che occorre intervenire.