“Industria 4.0” è il termine coniato dai giornalisti e dagli addetti al lavoro per la nuova rivoluzione idustriale, la quarta per esatezza, che è già in piena evoluzione.
Negli ultimi 40 anni in tutto il mondo sono cambiate radicalmente le nostre abitudini quotidiane e professionali. Personal Computer, Tablet, smartphone e device vari, ci connettono alla rete 24 ore su 24. Possiamo fare acquisti, informarci, investire, lavorarci e tanto altro ancora. Vi sono poi delle trasformazioni più silenti, ma forse più importanti, che stanno riguardando le bioteconologie, la robotica, l’intelligenza artificiale. I mutamenti saranno rapidi ed avranno certamente impatto sulle nostre vite. Non c’è dubbio, la quarta rivoluzione industriale è DIGITALE.
Ma cosa ci insegna la storia economica a proposito delle rivoluzioni industriali?
Nei primi anni dell’800 partiva con non poche difficoltà la prima rivoluzione industriale: grandi fabbriche, primi grandi agglomerati urbani, ma soprattutto il trasporto su rotaia trainato dalla macchina a vapore ( che inizialmente fu impiegata nelle fabbriche tessili ), utilizzata come forza motrice. Il trasporto su rotaia “veloce” permetteva il recapito di merci e materie prime in maniera economica, oltre a favorire lo spostamento di masse di persone verso i centri produttivi.
Nel finire dello stesso secolo, parte la seconda rivoluzione industriale. Detta rivoluzione elettrica ( ma la chimica e l’acciaio ne rientrano a pieno titolo ). La nuova energia ha creato nuove industrie e nuovi servizi, trasformando radicalmente il modo di vivere e di produrre. Al carbone si affiancano l’elettricità ed il petrolio.L’inghilterra perde il primato produttivo a favore di Germania e Stati Uniti di America, dove nasce il Taylorismo. Per tenere alti i guadagni ed i salari, diminuendo i costi di mano d’opera, Taylor, ingegnere ed imprenditore statunitense, sostiene che un processo produttivo va scomposto in piccole mansioni semplici, da qui la nascita della catena di montaggio ( che, ricordiamo, produceva anche una classe lavoratrice spersonalizzata ).
Queste due rivoluzioni assieme hanno permesso di sostituire l’energia fisica dell’uomo. Il lavoro delle macchine ha decisamente accresciuto il reddito procapite, il benessere della popolazione e la produttività come mai accaduto nella storia della umanità.
Un secolo dopo, figlia delle precedenti, parte la terza rivoluzione industriale il cui simbolo fu ed è il computer, ma sono state le nuove tecnologie di comunicazione le nuove rotaie di questa rivoluzione, accorciando le distanze dell’informazione e favorendo l’automazione.
Con estrema velocità siamo arrivati oggi alla “Industria 4.0” . Rappresentata da INTERNET , ROBOTICA e INTELLIGENZA ARTIFICIALE, è in atto un continuo scambio di conoscenze in tempo reale che alimentano servizi e creano persino oggetti ( internet of things ).
Il progresso teconologico di oggi si differenzia per l’iperconnettività ( con una rete molto capillare ), lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ed in particolare macchine con apprendimento automatico.
La preoccupazione che le macchine possano sostituire definitivamente l’uomo nel lavoro è percepita fin dalla prima rivoluzione industriale. Se guardiamo ai dati storici non è il caso di preoccuparci, le nuove teconolgie hanno sempre creato nuovi ed inimmaginabili lavori. Ovviamente non bastano i dati storici a rassicurarci, anche perchè le nuove innovazioni si amplificano molto rapidamente rispetto al passato. La fase di transizione invece potrebbe risultare più lenta.
Da un punto di vista finanziario emergono importanti temi di investimento : processi di digitalizzazione, robotica, cyber-sicurezza, intelligenza artificiale, sono i trend da inserire in una asset allocation “strategica” improntata al lungo termine.
Approfondimenti : https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_industriale
Taylorismo : https://it.wikipedia.org/wiki/Frederick_Taylor
Industria 4.0 : https://it.wikipedia.org/wiki/Industria_4.0
Francesco Potito
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