E’ atteso per il 24 giugno, infatti,l’arrivo del testo alla Camera dove prenderà avvio la discussione dopo l’esame in Commissione Lavoro. Per il momento non sono state registrate modifiche sostanziali all’impianto originario del testo con cui il governo sta provvedendo ai rimborsi resi obbligatori dalla sentenza della Corte costituzionale di fine aprile che ha bocciato il blocco dell’indicizzazione delle pensioni. In particolar modo tale decreto renderà possibili i rimborsi per le pensioni bloccate nel biennio 2012 e 2013.
Rivalutazione
Due le modifiche che sono state introdotte: più risorse per i contratti di solidarietà (ci sono 220 milioni in più nel 2015) e un meccanismo che evita l’effetto negativo sulle rivalutazioni della riduzione del tasso di ricapitalizzazione 2015. Per il resto, il decreto non è stato toccato: i pensionati si vedranno restituire parte della mancata rivalutazione degli anni scorsi attraverso un meccanismo a scaglioni:
– 40% per i trattamenti tra tre e quattro volte il minimo;
– 20% per gli assegni da quattro a cinque volte il minimo;
– 10% per le pensioni tra cinque e sei volte il minimo;
– nessuna rivalutazione a partire dalle pensioni pari a sei volte il minimo.