Se è vero che, da un lato, l’evasione fiscale è un fenomeno endemico alle attività imprenditoriali, dall’altro è vero che, spesso, i contribuenti di dimensioni minori sono schiacciati da una tale massa di vessazioni fiscali che evadere diventa quasi un metodo di legittima difesa. D’altronde i dati dell’evasione italiana parlano chiaro: ai salumieri, ai carrozzieri, ai lattonieri si può acrivere solo uan minima parte dell’evasione fiscale complessiva, nemmeno il 10%. La parte del leone la fanno la criminalità organizzata e le grandi società e multinazionali, quelle che, come Google o Amazon, guadagnano in Italia ma in Italia non pagano, con cavilli giuridici e con la forza dei loro consulenti, nemmeno un centesimo di tasse. Bene ha fatto quindi il legislatore, nell’ultima legge di stabilità del 2014 (la 190) a prevedere un regime forfettario di tassazione per le attività di più ridotte dimensioni. Non che prima non ci fossero sistemi simili,anche con aliquote di prelievo molto favorevoli. Ma tutti si scontravano con un problema di fondo che per attività di piccole dimensioni rappresenta spesso un vero e proprio macigno: il cosiddetto minimale Inps, ossia quel prelievo a scopo pensionistico che qualsiasi attività deve pagare a prescindere dal fatturato e dai ricavi. Parliamo di quasi 4000 euro l’anno che, benché siano soldi destinati a finanziare la propria pensione, sono spesso un macigno sulla già difficile attività di piccoli imprenditori, specie nella fase di avvio. Con il nuovo regime previsto dalla legge 190 per artigiani e commercianti che rientrano nei parametri dimensionali stabiliti dalla legge (essenzialmente limiti di ricavi in base alla singola attività svolta) l’Inps non è più fisso ma proporzionale al reddito prodotto. Questo comporta un abbattimento significativo dei pagamenti, che sono abbinati alla dichiarazione dei redditi e non più con frequenza quadrimestrale.
Attenzione però: usufruire di questo regime previdenziale non è automatico ma bisogna fare un’apposita istanza telematica all’Inps. Il 28 febbraio di ciascun anno per le attività già esistenti, con “la massima tempestività” (così testuale la circolare Inps sull’argomento ) per nuove attività che si iscrivono al Registro delle Imprese. Il regime dei minimi è previsto anche per i professionisti, ma i limiti molto angusti (massimo 15000 euro di fatturato) una percentuale fiscale molto più elevato di prelievo fiscale (si calcola sull’86% dei ricavi) e senza ozpione previdenziale. Se non ci si mette (e il governo intende intervenire sulla prossima legge di stabilità) il regime è come quelli vecchi: agevolato solo sulla carta. (Pietro Colagiovanni)
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