(Adnkronos) –
"Nessun ritorno al "vecchio redditometro". E' quanto ha precisato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, precisando che il decreto ministeriale mette, invece, "limiti" al potere discrezionale dell'amministrazione finanziaria. "Il centrodestra – dice – è sempre stato contrario al meccanismo del 'redditometro', introdotto nel 2015 dal Governo Renzi. Il decreto ministeriale, pubblicato in questi giorni in Gazzetta, mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell'Amministrazione finanziaria di attuare l'accertamento sintetico, ovvero la possibilità del Fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall’ordinamento tributario fin dal 1973". Nel dettaglio, spiega, "con il nostro decreto, siamo intervenuti per correggere una stortura che si è creata nel 2018, quando il Governo Conte 1 ha abolito il dm 16 settembre 2015, il cosiddetto 'redditometro', del Governo Renzi e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente, in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell’accertamento, e privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente".
Cos'è il redditometro
Purtroppo, aggiunge Leo, "quel decreto non è mai stato emanato e, invece di favorire il contribuente, si è creato un vuoto nei limiti all'azione dell'amministrazione finanziaria nell'applicazione dell'accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione". Dopo sei anni, prosegue Leo, "il governo di centrodestra è finalmente intervenuto e ha emanato un decreto, preventivamente condiviso con le associazioni dei consumatori, l'Istat e il garante della privacy, che fissa dei paletti precisi a garanzia del contribuente e introduce, tra le altre cose, anche un doppio contraddittorio obbligatorio. Dunque, non c’è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l'impegno per combattere i grandi evasori fiscali, in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti”. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, ha concordato con la presidenza del Consiglio di relazionare al prossimo Consiglio dei ministri in merito al contenuto del decreto ministeriale 7 maggio 2024 che introduce limiti al potere discrezionale dell’Amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento sintetico. L’emanazione del decreto, stabilita dal governo Conte 1 ma mai attuata, era attesa da più di sei anni per regolare l’effettivo superamento del cosiddetto 'Redditometro', introdotto dal governo Renzi nel 2015. "Noi riteniamo, come Fi, che il governo di centrodestra debba subito determinare l'obsolescenza del redditometro e il suo superamento, per passare al concordato preventivo fiscale". Lo dice all'AdnKronos, Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, commentando la nascita del nuovo redditometro. "Il redditometro esiste da decenni, ma per Forza Italia è uno strumento obsoleto, nel 2018 -ricorda l'azzurro- Conte ci mise mano, per adeguare i criteri di calcolo del reddito presuntivo, che noi non abbiamo mai amato". "Il lavoro di aggiornamento di Conte, è stato concluso solo adesso tecnicamente, si è trascinato fino a ora", spiega il capogruppo di Fi al Senato. Gasparri sceglie di fare un paragone con le automobili: "E' come si adeguasse un diesel mentre ora ci sono le macchine ibride, aggiornare il diesel va bene, ma noi siamo per la macchina nuova" per "il concordato preventivo biennale, con il contribuente che concordi con un fisco amico, che sia in grado di difendere le sue ragioni, portando le sue controdeduzioni, così come previsto dalla delega fiscale prevista dal governo del centrodestra". "Invece di fare manutenzione a un veicolo diesel, vettura oggi inquinante e obsoleta, andiamo sull'ibrido, sul concordato preventivo fiscale, ci si confronti con il fisco, poi se uno ha tre Ferrari e risulta senza reddito dovrà certo spiegarlo", aggiunge. Nessun dubbio per Gasparri che si rischi un passo indietro nella lotta all'evasione fiscale: "Con il governo di centrodestra molti denari evasi sono stati recuperati, ma noi riteniamo prioritaria la lealtà verso il contribuente, l'immediato utilizzo di nuove tecnologie, il concordato preventivo biennale, per mettere la parola fine al redditometro". "Fi è fermissima e dice basta con un sistema inquisitorio, il fisco deve essere amico, Fi è garante del contribuente". "L'inquisizione è passata da tempo e non tornerà di certo con la Lega al governo", scrivono in una nota fonti della Lega. "Controllare la spesa degli italiani, in modalità Grande fratello, non è sicuramente il metodo migliore per combattere l’evasione. Auspichiamo che la proposta del viceministro Leo non sia orientata in questa direzione. Da sempre invece la Lega punta su un fisco più equo e su una progressiva riduzione della pressione tributaria". "Con il decreto in Gazzetta Ufficiale di aggiornamento degli indicatori reddituali di capacità contributiva, non si sta andando verso quel concetto di naturale emersione, riduzione della tassazione e semplificazione che la Lega auspica da sempre" ha detto Massimo Bitonci, sottosegretario della Lega al Mimit e già sottosegretario al Mef sul decreto ministeriale del Tesoro. "Il tema non è combattere l'evasione, che noi tutti auspichiamo, ma introdurre ancora una volta dei sistemi di accertamento induttivi, attraverso una determinazione sintetica del reddito che tenga conto della sola capacità di spesa del contribuente". "Un fisco più equo e 'amico', verifica su elementi certi in base ad accertamenti puntuali, i mezzi ci sono, non attraverso un ritorno al passato che calcola l'irpef 'evasa' su elementi indiziari a prescindere da dati certi", aggiunge. "La flat taxation è la strada giusta, imposte cedolari e flat, massima semplificazione per far emergere l’economia non osservata, verifiche ad hoc e sanzioni in proporzione alla gravità dell’evasione, non su irregolarità formali o su elementi che possono vessare in maniera 'automatica' i cittadini”, conclude. "Mi sono un po' meravigliato che tanti leghisti, e altri, abbiano fatto dichiarazioni probabilmente senza aver letto bene il provvedimento. Io mi riservo di leggerlo attentamente…" ha detto, parlando con l'Adnkronos, il deputato di Fratelli d'Italia e commercialista Andrea De Bertoldi, in merito alle polemiche sollevate da Lega e Forza Italia per il ritorno del redditometro. "Maurizio Leo – dice De Bertoldi – è il più bravo di tutti noi, non lo dico io. Dobbiamo capire meglio cosa è successo. Ribadisco, Leo è un amico e voglio ritenere che non abbia agito andando contro il buonsenso sul tema. Sarà sicuramente così". —facilitaliawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Redditometro, Leo: “Nessun ritorno al vecchio meccanismo”
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