A luglio, secondo i dati Istat, il mercato del lavoro italiano ha perso 73mila occupati, il calo riguarda quasi totalmente gli occupati a termine (-62mila), senza una crescita di occupati a tempo indeterminato, quasi tutti 25-34enni (-57mila), la fascia dove si concentra di più il rapporto di lavoro temporaneo.
Non so se è una catastrofe, di certo potrebbe essere il segnale di una frenata delle prospettive delle imprese, che non confermano gli occupati a tempo determinato, i primi che puntualmente pagano le conseguenze delle crisi e del calo di fiducia.
Altro campanello d’allarme è la frenata del Pil nel secondo trimestre (-0,4%).
Il clima di settembre, per il Governo,quindi non è dei migliori: i numeri sullo stato dell’economia italiana non sono proprio confortanti, l’occupazione frena, il Pil cala e le risorse a disposizione sono troppo risicate per soddisfare le richieste dei partiti di maggioranza, innervositi o, per meglio dire “incazzati” dopo la tassa estiva a sorpresa sugli extraprofitti delle banche, con la fine di agosto, si è salutato il reddito di cittadinanza, formaggio sui maccheroni, le modifiche al Pnrr sono ancora in attesa dell’ok da parte della Commissione europea.
A settembre inizia la sessione di bilancio, sulle richieste dei partiti di governo, ne sentiremo di tutti i colori.
Bisognerà passare prima dalla Nadef, da presentare alle Camere entro il 27 settembre; sul fronte del lavoro, si parla di un pacchetto di almeno 12-13 miliardi, tra riduzione del cuneo fiscale e incentivi alle assunzioni, ci sono da rinnovare diversi contratti pubblici e servono altri 8 miliardi, infine c’è la questione pensioni, al di là delle aspettative sindacali l’ipotesi è la conferma di quota 103.
Dal 1 settembre è partito il Supporto per la formazione e il lavoro, la misura che sostituisce il reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili, il cuor di questa misura è la piattaforma Siisl, Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa: si incassano 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi, a patto che si partecipi a un corso di formazione.
La ministra Calderone dice che sono già arrivate oltre 10mila domande, ma sull’efficacia della piattaforma c’è più di qualche dubbio, dai centri per l’impiego e dalle agenzie per il lavoro arrivano notizie di problemi di accesso.
La discussione sulla proposta di legge, delle opposizioni, sul minimo salariale a 9 euro l’ora è stata rimandata a settembre, dopo la riunione con la primo ministro prima della pausa estiva, la palla è passata al Cnel, Brunetta ha programmato una serie di audizioni, anche se dalla bozza da presentare entro il 10 ottobre la soglia dei 9 euro l’ora sarebbe già sparita.
Si parla di un possibile referendum contro il Jobs Act per la reintroduzione dell’articolo 18, proposto dalla Cgil e sposato dalla segretaria del Pd Elly Schlein, anche se non tutto il Pd è con lei, visto che fu il Pd di Renzi a volere quella riforma e a molti Dem, ancora piace.
Auguri al Governo, “ne vedremo delle Belle”
Alfredo Magnifico