Rapporto Svimez 2018 sul Mezzogiorno: 2 milioni di emigrati in cerca di lavoro

Dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2018 sul Mezzogiorno, presentato questa mattina a Roma emerge un’Italia che torna lentamente a crescere, ma a due velocità: il dualismo Nord-Sud si accentua sempre più.
Nel 2017 il Mezzogiorno ha rialzato la testa, ma in presenza di un contesto di grande incertezza nel 2019 e senza politiche adeguate l’economia del Sud rischia di frenare, con un sostanziale dimezzamento del tasso di sviluppo nel giro di due anni (da +1,4% del2017 a +0,7% del 2019).
La Sicilia è la regione che cresce meno, segnando un rallentamento rispetto a Calabria e Sardegna, nel 2017 che hanno sfiorato un tasso di sviluppo del +2% (rispettivamente 2%, +1,9% e +1,8%), la Sicilia invece si è fermata allo +0.4%.
La Sicilia rallenta il suo range di crescita,nel 2016 aveva registrato un +1%, a frenare l’andamento dell’economia siciliana è il settore delle costruzioni che fa segnare il -6,3% nel periodo 2015-2017, al contrario, l’industria segna nel triennio di ripresa una performance importante (+14,1%), l’agricoltura (+2%) e i servizi (+1,6%).
Nel Mezzogiorno il numero di famiglie con tutti i componenti in cerca di occupazione è raddoppiato tra il 2010 e il 2018, passando da 362 mila a 600 mila (nel Centro-Nord 470 mila).
Il numero di famiglie senza alcun occupato nel 2016-2017 è cresciuto, in media del 2% all’anno, nonostante la crescita dell’occupazione complessiva, a conferma del consolidarsi di aree di esclusione del Mezzogiorno, concentrate prevalentemente nelle grandi periferie urbane, si tratta di sacche di crescente emarginazione e degrado sociale, che scontano la debolezza dei servizi pubblici nelle aree periferiche.
Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 milione e 883 mila residenti: la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, fuggiti alla ricerca di un futuro migliore, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all’estero, in 800 mila non sono più tornati.
Quella del Sud,è una ripresa sbilanciata, trainata da investimenti privati, mentre manca il contributo della spesa pubblica, preoccupante è la crescita del fenomeno dei ‘working poors’”, ovvero del “lavoro a bassa retribuzione, dovuto a complessiva dequalificazione delle occupazioni e all’esplosione di part time involontario.
Alfredo Magnifico

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