La Fondazione studi dei Consulenti del lavoro ha elaborato i dati trasmessi dal ministero del Lavoro sull’attività ispettiva svolta nel 2015, secondo i quali su 206.000 aziende ispezionate sono state riscontrate irregolarità su circa due terzi (136.028) stimando che in Italia quasi due milioni di lavoratori (1,86 mln) sono occupati in nero con una perdita di gettito, tra contributi Inps e Inail e imposte sul reddito di oltre 25 miliardi. I lavoratori per i quali sono state rilevate irregolarità ad esempio parti di retribuzione “fuori busta” sono stati 182.523 mentre quelli completamente in nero, e quindi sconosciuti alle Autorità come occupati, sono stati 64.775. Il recupero di contributi e premi evasi ha superato quota 1,28 miliardi. In pratica ogni tre aziende controllate si è riscontrato almeno un lavoratore completamente in nero. Se si estende questo campione sull’intero universo delle aziende italiane (circa sei milioni) il dato di 1,9 milioni di lavoratori in nero sarebbe addirittura sottostimato. Eurobarometro, che il sommerso rappresenterebbe il 12% del PIL. Gli occupati in Italia secondo l’Istat nella media 2015 erano 22.465.000. Una parte consistente del lavoro nero è nel comparto dei servizi alle famiglie con circa la metà dell’occupazione che risulta irregolare. Secondo un recente studio commissionato al Censis da Assindatcolf , su 1,6 milioni di colf, badanti e baby sitter impegnate nelle famiglie italiane nel 2014 circa 876.000 erano irregolari. Mentre nell’industria in la percentuale è molto più bassa della media nazionale resta rilevante l’area del sommerso nelle costruzioni, nel commercio e nei servizi. «Ogni 3 aziende controllate dagli ispettori del Ministero del Lavoro, Inps e Inail è stato riscontrato un lavoratore completamente in nero (ogni 3,18 aziende), un dato in lieve miglioramento sul 2014 (2,8). Nel 2015 in Italia sono stati 1,9 milioni i lavoratori sconosciuti alle autorità pubbliche, in diminuzione, rispetto al 2014, di circa 200.000 unità anche grazie al Jobs Act e all’esonero contributivo triennale». Questo lavoro nero «ha prodotto una economia sommersa (retribuzioni che producono ricchezza ma che sfuggono completamente allo Stato) di 40,6 miliardi di euro e una evasione complessiva di 25,12 miliardi». Il mancato gettito previdenziale ammonterebbe a 14,2 miliardi mentre il mancato introito nelle casse dello Stato per Irpef sarebbe di circa 9 miliardi. Il mancato gettito delle addizionali sarebbe di 0,77 miliardi mentre il mancato gettito Inail sarebbe di 1,09 miliardi. Nel complesso mancherebbero all’appello per lavoro completamente in nero oltre 25 miliardi.
Alfredo Magnifico
Quasi due milioni di occupati in nero, perdita gettito di 25 miliardi
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