In Poste Italiane – riferisce il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro -, dopo il cambio dell’Amministratore Delegato e, a seguire, di alcune figure di considerevole livello verticistico, avanza il “nuovo”, specchio fedele della “nuova” politica che sta cercando di cambiare il Paese e che, sulla spinta di una profonda crisi economica, intende ribaltare il sistema e, persino, la cultura di un modo di fare politica che, dal dopoguerra ai nostri giorni, nella sostanza e al di là degli uomini, non è mai cambiato. La riflessione – dichiara Antonio D’Alessandro – che dobbiamo fare noi: era davvero necessario sconfessare gli equilibri di un’Azienda in crescente sviluppo, che da anni dichiara attivi di bilancio, leader nei mercati di riferimento e, soprattutto, che sino a oggi ha assicurato il lavoro a oltre 140.000 dipendenti? Si sentiva veramente la necessità di stravolgere un management forte di un bagaglio di esperienze e di conoscenze? Le battaglie, che la SLP CISL negli anni ha dovuto sostenere, sono state spesso aspre e senza esclusione di colpi, ma alla fine si raggiungeva sempre un punto di condivisione, il punto decisivo che ha consentito quel risultato che è sotto gli occhi di tutti. Il cambiamento era ormai fisiologico, rientra nell’ordine delle cose anzi cambiare un AD dopo dodici anni è più che normale, si tratta solo di non disperdere quanto di buono è stato creato e magari compiere un ulteriore salto di qualità, operazione tutt’altro che facile. Molto dipende dai veri compiti che questo Governo ha assegnato al nuovo management: crescita e sviluppo vuol dire anche fare investimenti, vendere e fare cassa è tutto l’opposto. Di certo, qualsiasi progetto sia in cantiere dovrà essere condiviso e accompagnato dalla forza lavoro, da chi quotidianamente si sporca le mani, dal grande patrimonio umano e di valori molto forte in Poste che ha nulla a che fare con le oscure dinamiche di cui la nuova economia è piena.
In categoria – dichiara Antonio D’Alessandro -, sul tema della “privatizzazione”, è viva la preoccupazione tra i lavoratori, spesso disorientati da un’informazione non sempre trasparente. Le problematiche sul territorio sono sempre le stesse che, a turno, investono le varie strutture: dalla disorganizzazione in SP alla carenza di risorse in MP, dalla sicurezza alle precarie condizioni degli ambienti di lavoro.
Le ferie estive – conclude Antonio D’Alessandro – sono servite per ricaricare le pile in vista di un autunno che già si preannuncia molto caldo.
Poste: Si cambia.Non si disperda però ciò che di buono è già stato fatto
Commenti Facebook