Chi ha detto che le imprese non vengono mai ispezionate? L’Ufficio studi della Cgia, aggiornando la periodica elaborazione sui possibili controlli che una piccola media impresa può subire durante l’anno, rileva che rischiano, potenzialmente, 122 controlli l’anno da parte di 19 enti pubblici diversi; Inps, Inail, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza, Aziende/Unità sanitarie locali, Vigili del Fuoco, Camere di Commercio, Autorità garante della Privacy, Carabinieri forestali, NAS, NOE, Siae, etc.
Il settore ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro è il più a rischio: è interessato da 60 possibili controlli che possono essere effettuati da undici enti ed istituti diversi.
Nell’ ambito del fisco il numero dei controlli è pari a 30 e sono sei le agenzie e gli enti coinvolti; nell’ area lavoro della contrattualistica il numero dei possibili controlli si attesta a 21, mentre gli istituti e le agenzie interessate sono quattro; quanto all’ amministrativo, il settore registra undici controlli che sono ad appannaggio di sette diversi enti ed istituti. In totale gli istituti coinvolti nei controlli sono 19, perche’ ad alcuni di essi spettano verifiche in più settori.
Per superare questa situazione, Paolo Zabeo, responsabile dell’ufficio studi, auspica la riduzione del quadro normativo generale,con il rendere più semplici e comprensibili: leggi, decreti,ordinanze, circolari e regolamenti attuativi, altrimenti, la forte discrezionalità che tutt’ oggi beneficiano coloro che sono chiamati ad eseguire le attività ispettive non verrà mai meno. Dove è possibile andrebbe incrementato il numero dei controlli formali, cioè quelli eseguiti in remoto per via telematica, alleggerendo così l’oppressione burocratica che incombe sulle imprese.
Le aree individuate dalla CGIA sono Ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro, considerata la più ‘a rischio’, interessata da 60 possibili controlli che possono essere effettuati da 11 enti ed istituti diversi, l’area ‘Fisco’ il numero dei controlli è pari a 30 e sono 6 le agenzie e gli enti coinvolti, la ‘Contrattualistica’: nell’area lavoro, il numero dei possibili controlli sono 21, mentre gli istituti e le agenzie interessate sono 4, il settore ‘Amministrativo’, che registra 11 controlli appannaggio di 7 diversi enti ed istituti.
Nel 2018 il fisco ha controllato 2,9 milioni di contribuenti, l’Agenzia delle Entrate ha trasmesso 1.901.138 lettere per l’attivazione di richieste di chiarimenti su irregolarità riscontrate o potenziali.
I 2,9 milioni di contribuenti “avvicinati” dal fisco nella stragrande maggioranza dei casi erano titolari di una partita Iva (imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti, etc.).
Con un coacervo di norme spesso incomprensibili e in parecchi casi in contraddizione fra loro qualsiasi imprenditore, soprattutto se piccolo, corre il pericolo di non essere mai in regola con la legge e l’ipotesi di un controllo viene vissuto come un incubo che rischia di gettare nel panico chiunque.
Nonostante annunci e promesse sbandierate ai 4 venti da tutti i governi che si sono alternati negli ultimi 10 anni, il numero complessivo dei controlli è rimasto lo stesso mentre il peso generale della burocrazia costituisce un costo economico enorme che sottrae risorse a crescita e occupazione.
Alfredo Magnifico