Tra i principali effetti della crisi economica in atto nel nostro paese vi sono, sicuramente, i “conti in rosso” che il commercio al dettaglio sta facendo registrare negli ultimi tempi. Ricordiamo che già il 2012 era stato un anno decisamente pesante,con una flessione consistente delle vendite al dettaglio, ora, il 2013, sta per chiudersi con un passivo ancora maggiore. Anche secondo gli ultimi dati dell’Istat, infatti, nei primi dieci mesi dell’anno le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un calo del 2,2%. Approfondendo, nello specifico, il dato ci si accorge che il passivo non riguarda questo o quel comparto, ma è diffuso in tutti i settori.
In altri termini non si riesce a trovare un singolo segmento che fa bene, ma solo settori che riescono a fare meno peggio rispetto agli altri. Così – rileviamo – nel periodo compreso tra gennaio e ottobre, il commercio alimentare ha fatto registrare una flessione dell’1,3% mentre il non alimentare ha perso il 2,8%. I dati dell’ultimo mese preso in esame dall’Istat non aggiungono nulla di nuovo a un trend che sembra essere molto consolidato. A ottobre, infatti, le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un calo dell’1,6% su base annua e dello 0,1% su base mensile. Il calo riguarda anche il comparto alimentare. I passivi dei sotto settori dimostrano l’enorme difficoltà delle famiglie italiane che dinanzi alla crisi economica si sono viste costrette a tagliare i consumi anche di prodotti importanti, non solo alimentari. Infatti, le contrazioni maggiori riguardano cartoleria, libri e giornali (-3,6%), i mobili (-3%) e le calzature (-2,6%), ma è altrettanto vero che , addirittura, il comparto farmaceutico ha fatto registrare una flessione del 2,5%: quando si mette a rischio anche la “salute”, per via dei pochi denari disponibili, vuol dire che “siamo in agonia”…… se “non in coma”! Un ulteriore segno distintivo dell’agonia che vive il commercio al dettaglio è quello che riguarda il calo delle vendite nei vari canali distributivi che vede, per l’appunto, la Grande Distribuzione Organizzata sempre più risucchiata dalla crisi ad eccezione dei discount. Per concludere va sottolineata la drammatica situazione dei piccoli negozi di vicinato che nel mese di ottobre hanno fatto registrare una ulteriore contrazione delle vendite che rasenta il 3%. Non ci resta che attendere i segnali della “ripresa economica”, annunciata da molti…. ma che “stentiamo a vedere” … nemmeno all’orizzonte.
Luigi Zappone