Altro che superamento della Fornero: nel 2024 le pensioni anticipate sono diminuite del 15,7% e l’età pensionabile continua ad aumentare, il meccanismo dell’attesa di vita va ripensato, la stessa l’Inps con i propri dati, pubblicati dall’osservatorio, certifica i fallimenti del governo sulle pensioni.
Dopo tre leggi di bilancio, ciò che viene fuori è molto diverso dagli slogan elettorali, che promettevano il superamento della legge Monti-Fornero e la pensione per tutti con 41 anni di contributi: oggi le pensioni anticipate sono in drastico calo,mentre, l’età pensionabile continua a crescere
Nel 2024 le pensioni anticipate sono diminuite del 15,7% rispetto al 2023, passando da 255.119 a 215.058, mentre i requisiti pensionistici si incrementano di tre mesi nel 2027 e ulteriori due mesi nel 2029, questo è quanto pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato.
Le domande di opzione donna e quota 103 saranno ancora più basse in futuro, visto che quelle del 2024 sono prestazioni pagate con i requisiti perfezionati prima dei tagli di questo governo.
Troppi slogan, annunci,offese al nemico,è ora di smetterla con la politica del “Gnagni e futti” e serva affrontare con serietà il tema delle pensioni.
Il meccanismo dell’attesa di vita, così come è concepito oggi, va interamente ripensato, poiché è un sistema che peggiora continuamente le condizioni di accesso alla pensione e riduce gli importi degli assegni a ogni aggiornamento.
L’Italia è l’unico paese in Europa in cui i lavoratori subiscono un doppio svantaggio: l’età pensionabile che si sposta sempre più in avanti e assegni più poveri per via del calo dei coefficienti di trasformazione, come è successo da gennaio 2025.
La precarietà lavorativa, con il conseguente versamento discontinuo dei contributi, sta compromettendo le pensioni future di intere generazioni, serve un cambio di rotta netto, non è possibile che milioni di giovani e meno giovani vivono nell’incertezza di un lavoro precario oggi e di una pensione insufficiente domani.
La necessità di una riforma strutturale che garantisca equità, dignità e certezze ai lavoratori e alle lavoratrici, mettendo al centro un cambio di rotta sul tema dell’evasione fiscale e contributiva, vero male del nostro Paese, non farlo significa scaricare il costo di scelte sbagliate su lavoratori e sui pensionati più fragili, a partire dai giovani e dalle donne.
Alfredo Magnifico