L’OCSE vede nero e conferma a zero la crescita dell’economia italiana per quest’anno e per il 2019 ha rivisto al ribasso di 0,2 punti percentuali la stima sul 2020 al +0,4%.
Peggiorano, anche, le prospettive di crescita del PIL dell’area euro, con l’istituto parigino che stima un +1,1% per il 2019 rispetto al +1,2% indicato a maggio. La situazione non migliorerà nel 2020 quando l’economia crescerà dell’1%, rispetto al +1,4% rilevato in precedenza.
L’Italia si conferma ‘cenerentola’ fra le grandi economie: il taglio più netto,-0,2 punti per la stima 2019 e -0,6 punti per il prossimo anno, è quello previsto sulla Germania che comunque dovrebbe mettere a segno nel biennio una crescita rispettivamente dello 0,5 e dello 0,6%.
La debolezza della domanda esterna e della fiducia continuano a pesare su esportazioni e investimenti. Per la Germania e l’Italia i risultati saranno più deboli che nel resto dell’area euro, a riflesso delle loro maggiori esposizioni alla frenata globale e della mole dei loro settori manifatturieri.
Per quanto riguarda le scelte di bilancio Italia, Stati Uniti, Giappone e Francia che presentano dinamiche simili di conti pubblici, gli elevati deficit potrebbero aumentare il debito pubblico già alto, per cui, a politiche invariate, la necessità di rafforzare l’efficacia della politica fiscale, rivedendo l’efficacia della spesa pubblica e le dimensioni degli stabilizzatori automatici e in caso di recessione, considerando i limiti della politica monetaria, che nell’Eurozona la Bce ha già portato molto in avanti, sarebbe necessario un ulteriore sostegno alla politica fiscale.
L’economia globale è diventata sempre più fragile e incerta, con il rallentamento della crescita e i rischi al ribasso che continuano a salire.
Le prospettive economiche si stanno indebolendo sia per le economie avanzate che per quelle emergenti e la crescita globale potrebbe rimanere bloccata a livelli persistentemente bassi senza un’azione politica decisa da parte dei governi, secondo le prospettive.
L’escalation dei conflitti commerciali sta pesando sempre più sulla fiducia e sugli investimenti, aumentano l’incertezza delle politiche, aggravano i rischi nei mercati finanziari e mettono in pericolo le già deboli prospettive di crescita in tutto il mondo.
Alfredo Magnifico