L’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, è arrivata a confermare, con i suoi dati, una percezione che gli italiani hanno da molti anni , cioè che buona parte dei guadagni di chi lavora non vanno per acquistare beni o soddisfare necessità, ma confluiscono direttamente all’Erario, sotto forma di tasse, sempre nuove e sempre più ingenti. Secondo l’Ocse, il reddito medio dei lavoratori italiani è aumentato del 28,5%, passando da 23.113 euro a 29.704euro, 6.590 euro in più che i lavoratori hanno percepito, oltre la metà è stato “mangiato” dalle tasse (3.869 euro).
Il confronto con altri 13 paesi che aderiscono all’euro zona dimostra che il reddito lordo, in alcuni casi, nel decennio è più che raddoppiato; si tratta della Slovacchia e della Slovenia dove l’aumento è stato rispettivamente del 74,6% e del 51,2%, sebbene queste nazioni dieci anni fa avessero redditi a dir poco bassi.
Questo aumento consistente ,si parla di 6.590 euro in più, è finito per metà direttamente in tasse: dopo aver saldato tutte le tasse nelle tasche dei lavoratori restavano solamente 16.618 euro nel 2003, mentre 10 anni dopo si arriva a stento a circa 20.487 euro. La parte di reddito finita in tasse e’ passata dal 28% del reddito al 31%, con un incremento di 3 punti.
Peggio di noi, e non certo a sorpresa, ha saputo fare la Grecia, con una crescita del 6,5% dei redditi, passando da 19.339 euro a 20.604 euro lordi. Il peso delle tasse è aumentato di 2,4 punti (dal 23,1% al 25,5%), quindi in 10 anni i greci hanno aumentato le entrate solo di 466 euro.
Alfredo Magnifico
Negli ultimi dieci anni il reddito degli italiani è cresciuto del 28,5%, più della metà viene bruciato dalle tasse
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