Lo Studio AGC Dipartimento Azioni Giudiziarie Collettive, degli Avv. Vincenzo Rocco e Francesca Testini, comunica che tenuto conto delle molte richieste l’ultimo termine per i pensionati di accedere alla Corte Europea dei diritti dell’uomo in merito all’azione giudiziale per la restituzione di quanto prelevato dai Governi con la forza, è fissato al 31 di marzo c.a.
Questo è davvero l’ultimo termine perché altrimenti non ci sarebbe più tempo per depositare il ricorso.
Il ricorso è reso possibile dalla sentenza della nuova sentenza della Corte Costituzionale. Come dovrebbe essere noto a tutti la CEDU ammette a giudizio i ricorsi dei cittadini europei che hanno attivato tutti i tentativi giudiziari possibili per ottenere giustizia nel proprio Paese, la CEDU prima di entrare eventualmente nel merito attiva una griglia, il giudizio di ammissibilità, basato sull’osservanza di questo requisito
Con la sentenza 250/2017 la Corte Costituzionale ha rivisto quanto aveva già sentenziato richiamandosi ad una necessità di “bilanciare” il diritto dei pensionati a vedersi restituire quanto prelevato con la forza con il rispetto della norma costituzionale che richiede l’equilibrio del bilancio dello Stato, per questo, ha detto, la restituzione fatta non di tutto e non a tutti si può ritenere abbia soddisfatto il diritto dei pensionati. Il fatto è che il provvedimento della Corte contraddice non solo la sentenza precedente ma anche i principi sempre proclamati dalla Corte in merito ai provvedimenti di “solidarietà sociale”, cioè che devono essere ragionevoli, universali, limitati nel tempo.
Il prelievo operato dai Governi italiani risulta così non universale perché a molti non è stato restituito niente, non ragionevole perché a chi non è stato restituito nulla è stato di fatto prelevata una somma considerevole, non limitata nel tempo perché il prelievo è durato diversi anni. Così il diritto sentenziato con il primo pronunciamento è stato negato con la sentenza successiva, con il risultato che nei fatti un diritto non è eguale per tutti.
Ci sono tutte le condizioni per avviare quest’azione perché la sentenza 250/2017 della Corte Costituzionale italiana ha imposto la fine dell’azione giudiziaria collettiva dinanzi alla Corte dei Conti che avevamo avviato; questo però apre la strada del ricorso alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ) che ammette a giudizio le cause di cittadini europei che non si vedono riconosciuto un diritto nel loro Paese dopo aver di fatto messo in atto tutti i tentativi legali possibili.
L’aver tentato l’azione legale in Italia ci mette in condizione di “ammissibilità” al giudizio mentre altri che non hanno fatto iniziative in Italia si sono visti dichiarare “Inammissibile” il ricorso.
Lo Studio ACG invita pensionati che già hanno agito a non rinunziare ai loro diritti e aderire alla nuova azione collettiva rivolta alla CEDU. I pensionati che non hanno agito attraverso l’azione legale collettiva in Italia possono aderire anch’essi aggregandosi usufruendo della ammissibilità maturata.