Movimento Consumatori: in Italia la Class Action non esiste

Di recente è invalso l’uso di classificare come Class Action le più diverse azioni collettive, qualche volta anche delle semplici petizioni: E’ fatto con le migliori intenzioni e capisco che questa classificazione risponde alle esigenze giornalistiche di semplificazione con una denominazione che indubbiamente ha una notevole capacità di coinvolgimento. Purtroppo però a noi operatori sociali volontari non profit causa diversi problemi perché mentre l’avanzamento sociale di molte persone ci ripaga dobbiamo anche confrontarci con mancanza di conoscenza diffusa, disinformazione, informazione frammentaria o parziale ,purtroppo un magma di diffusa arretratezza che quando si fa ignoranza presuntuosa e saccente causa un poco di amarezza.
Nell’Azione legale collettiva contro il blocco stipendi, insieme ad una bella realtà viva e reattiva di molti, emergono piccinerie provinciali e pretese infondate come quella di una aspettativa di estensione a tutti dei risultati positivi eventualmente raggiunti, cosa che non è nelle nostre facoltà perché come è noto l’azione legale non si estende a terzi.
Occorre allora precisare che in Italia non c ‘è la Class Action come quella degli Stati Uniti che estende i benefici di una sanzione, ottenuta da pochi o anche da un singolo, a tutti i cittadini che dimostrino di trovarsi nelle stesse condizioni del o dei ricorrenti.
In Italia esiste una leggina, approvata nel 2010, che ricalca l’Azione Legale Collettiva con forti limitazioni rispetto a quest’ultima, con pochi obiettivi perseguibili,costosa per l’obbligo del ricorrente a pubblicizzare l’azione intrapresa, con un appesantimento farraginoso nelle procedure per cui è molto preferibile utilizzare la vecchia Azione Collettiva come noi abbiamo fatto. Di conseguenza e inutile nutrire aspettative e rivendicare una estensione dei benefici della nostra Azione che del resto non c’è nemmeno nella “class action italiana”; chi agirà otterrà.

Movimento Consumatori

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