Lo sciopero dei 309.000 bancari italiani non è uno sciopero per così dire rituale. L’alta adesione allo stesso, per una categoria difficilmente assimilabile alla lotta operaia e al duro confronto con i padroni, segnala qualcosa di più profondo di una semplice rivendicazione salariale o contrattuale. Ed in effetti il settore bancario vive una fase di profonda rivoluzione e lo stesso concetto di banca, come pacificamente acquisito nella mentalità collettiva, sta mutando in profondità. Le nuove tecnologie semplificano e rendono superflui ruoli (cassieri, operatori di back office, archivisti, ma anche mediatori, venditori e procacciatori) che davano corpo e sostanza alla professione di bancario.Si tratta di un problema serio, maledettamente serio che impatta sulla vita quotidiana di migliaia di famiglie. Fin qui la faccenda è grave e richiederebbe risposte serie da parte dei proprietari delle banche, dei regolatori e delle autorità di governo. Ma siccome siamo in Italia ad un problema serio si è risposto con la farsa, con la tragicommedia sul cui sfondo si registra poi l’inesorabile e inarrestabile rapacità delle classi dirigenti.
Mercatoscoperto/ Lo sciopero dei bancari e i banchieri scioperati
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