Per tutti coloro che si illudono che le cose andranno sempre meglio, che le magnifiche sorti saranno inevitabilmente anche progressive ogni tanto un brusco richiamo alla realtà fa bene. I cambiamenti, tellurici, sono vicini ma in Italia soprattutto continuiamo a mettere la testa sotto la sabbia. Ci affidiamo, con entusiasmo addirittura, ad un personaggio improbabile in qualsiasi stato civilizzato come il cazzaro Renzi, uno che maschera con l’ottimismo di una volontà chiassosa il pessimismo totale soprattutto sulla sua intelligenza. Dal 2011, dai tempi del curatore fallimentare e schiattamorto Monti ci stanno parlando di una ripresa imminente, arrivata, sopraggiunta, portentosa. Ma nella vita quotidiana della stragrande maggioranza degli italiani di questa ripresa non si è sinora vista alcuna traccia. E intanto il Drago di Francoforte ci annuncia che la ripresa globale sta perdendo forza, è debole, corre rischi. Morale della favola: l’Italia non solo non ha conosciuto alcuna ripresa ma rischia di sfasciarsi le poche ossa incolumi con una ripresa che diventa stagnazione mondiale. Ma nessuno vuole dire nulla, perché le tante rendite di posizione che in Italia beneficano milioni di italiani sono troppo comode da pensare di lasciarle.. E allora la realtà viene distorta, piegata, soffocata, negata contro ogni palese evidenza. La corruzione italiana è talmente dilagante, estesa, endemica se non pandemica che riesce difficile pensare ad una qualsiasi forma di guarigione. E se non si corregge l’enorme spreco derivante dalla corruzione in Italia non ci potrà mai essere alcuna ripresa, di nessun genere. Vediamo solo la cronaca di una giornata normale in Italia: un giudice tarocca una importante sentenza per avere un avanzamento di carriera per il marito avvocato; un monsignore ruba 500.000 euro destinati alla carità per poveri e bambini; l’azienda di spazzatura della città Capitale di Italia anziché comprare i bidoni dell’immonidizia li affitta a costi di gran lunga superiori a quelli di acquisto; la Procura di Milano ferma tutte le inchieste per gli appalti taroccati di Expo per una imprecisata tregua istituzionale con il cazzaro Renzi; perfino il circo diventa una centrale per immettere immigrati clandestini travestiti da trapezisti e acrobati.
Ma che cazzo di paese è l’Italia? La catarsi arriverà e, un giorno, ricorderemo come una vicenda surreale il fatto uno come Angiolino Alfano abbia potuto svolgere il ruolo di Ministro della Giustizia. Ma oggi intanto viviamo il dramma di un mancato radicale rinnovamento delle persone e soprattutto dei modi di gestire e governare una collettività ricca, ricchissima di risorse come quella italiana. I mercati finanziari in tutto questo tengono, fibrillano, sperano, raccattano quello che possono, forse si danno coraggio. Il Mibtel cala di più di mezzo punto, l’euro è debolissimo a 1,07 lo spread, il tubo di ossigeno cui hanno attaccato Renzo Renzi, quota al di sotto di 100 punti, 97 circa (Pietro Colagiovanni)