L’intervento/Turismo in crisi, mancano camerieri/e e chef, di chi è la colpa?

Durante il periodo estivo, con il ritorno di un consistente turismo di massa, si sono lette e ascoltate numerose lamentele da parte di addetti ai lavori, a causa della carenza di personale disponibile a lavorare nei bar e ristoranti.

Alla fine della stagione estiva, caratterizzata favorevolmente dai flussi turistici, il problema sembra, addirittura, aggravato, qualche Solone addebita questo deficit al Reddito di cittadinanza ma l’analisi va rivolta verso altre cause che sono state determinate da quelle stesse persone che oggi si stracciano le vesti.

Nei miei quarant’anni di sindacato in questo settore, ho toccato con mano l’orgoglio di chi vi operava,ogni addetto era orgoglioso di appartenervi, in un sano dialogo sociale si organizzavano corsi di formazione per accrescere professionalità e dare miglior SERVIZIO ai clienti che in termini di ritorno era il miglior biglietto da visita per la struttura fosse albergo,bar o ristorante,ed era la miglior pubblicità per la più grande industria italiana;IL TURISMO.

Con il passare del tempo si sono radicate, e non posso non denunciare, alcune cause (malcostume) che si sono venute a radicare in questo settore e alla fine si traducono in una scarsa attrazione che, oggi, il lavoro di cameriere o barman sembra avere sui giovani.

In particolare, come prima causa, si potrebbe partire dalla Terziarizzazione,o meglio appalto di servizi e manodopera,che ha delegato a terzi, non del settore,la gestione del personale così nelle strutture ricettive si sono andati a sostituire le cameriere e i facchini ai piani con personale di cooperativa provenienti dal mondo del pulimento ma brave a pulire ma impreparate al rapporto con il cliente.

Ad appalto o terziarizzazione si aggiunge il  comportamento illegale e irresponsabile di molti titolari delle attività ristorative che cercano addetti che si accontentino di pochi spiccioli e magari o in nero, per cui le maggiori responsabilità in merito alla fuga da questo settore da parte di molti giovani è la mancata giusta retribuzione.

Le scuole del turismo sono snobbate dalle giovani generazioni? la McDonaldizzazione ha portato a un appiattimento delle professionalità e al richiedere sempre più che tutti facciano tutto abolendo quella che una volta veniva definita la scala gerarchica all’interno di una sala ristorante la conseguenza logica è stata la diminuzione delle iscrizioni nell’indirizzo di Sala-Bar e successivamente anche negli indirizzi di Ricevimento e di Cucina.

Il lavoro nel mondo della ristorazione è diventato sempre meno attrattivo e come successo in altri settori tipo l’insegnamento, lo si comincia a capire dal fatto che sempre più numerose sono le presenze, nelle sale dei ristoranti e dietro i banconi dei bar di ragazze, da sempre quando un’attività comincia a diventare “patrimonio” del mondo femminile, significa che quel lavoro sta diventando sempre meno prestigioso e, di conseguenza, meno attrattivo per i maschi.

Altro fenomeno negativo è dovuto, soprattutto, allo sfruttamento dei giovani lavoratori, fuori da ogni controllo, ad opera di molti più che imprenditori, Prenditori.

Imprenditori, oserei dire, spesso improvvisati, perché attratti, soprattutto negli ultimi due decenni, dall’affermarsi del turismo di massa con relativo boom della ristorazione e pertanto in generale poco interessati alla qualità, a partire da quella relativa ai rapporti umani.

Nel tempo,inoltre, sono emersi, in questi settori, con una pervicacia degna della peggiore violenza che si respirava una volta in molti ambienti di lavoro, propri della società pre-industriale, atteggiamenti, quasi sempre impuniti, di vero e proprio bullismo da caserma punitiva nei confronti dei dipendenti più giovani.

La conseguenza più logica è che i migliori, alla fine prendono la via verso i paesi stranieri, almeno in quelli dove il lavoro in nero è sconosciuto e dove viene apprezzata e valorizzata la professionalità di chi viene da un paese che sul piano del food and beverage gode ancora di molta stima.

Paesi in cui viene spesso anche salvaguardata la dignità delle persone e almeno dove i controlli sul lavoro in nero sono realmente svolti.

Si ritorni ad investire più che in strutture murarie in Persone e in Formazione, si riporti a dignità un lavoro fatto di servizio non di SERVI.

Alfredo Magnifico

Segretario Generale Confintesa Smart

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