L’Italia fortunatamente, un po’ alla volta si sta si sta rimettendo in moto, ma, per capire se imboccherà la strada giusta non basta tenere d’occhio il Pil.
Come la bella addormentata dopo oltre un anno di letargo l’Italia si risveglia ,penso non sia sufficiente solo assicurarsi le ingenti risorse europee del Next Generation Eu,ma serve quel passo in più che i nostri genitori o nonni ebbero ritornando dopo anni di lontananza, avendo trascorso la migliore gioventù con in braccio un fucile,nel togliere le macerie e ricostruire l’Italia.
Dai ristoranti ai negozi ,dal traffico ai luoghi di vacanza, si sente aria di una fase di “entusiasmo” per il Paese, gli esperti hanno pronosticato un balzo del Prodotto interno lordo di oltre il 4% nel 2021.
Per tornare a investire, costruire, creare lavoro servirà riconquistare un bene ancora più prezioso: la fiducia, non solo quella che segna la fine di un incubo, ma quella che rinsalda i rapporti tra le persone, fa uscire dall’isolamento, genera luoghi in cui sostenersi, aiutarsi, confrontarsi,
Occorre però ricostruire con una virtù andata purtroppo dispersa, l’etica senza la quale si generano due mancanze inaccettabili: disonestà e incompetenza, sono questi due fattori che hanno concorso a creare l’attuale situazione di dissesto del sistema economico. Onestà e competenza sono per converso le due direttrici su cui ricostruire la fiducia necessaria.
Oggi sembra vi siano solo venditori di fumo, ciò che manca è, appunto, la fiducia nei valori e nelle prospettive, bisogna ripartire: dalla “vitalità sussidiaria” del Paese, dal mondo del non profit, che coinvolge 10,5 milioni di italiani, costituito di 375.000 associazioni, fondazioni e cooperative sociali, aumentate anche nell’ultimo anno.
Le ferite provocate dal Covid-19 nel tessuto sociale sono profonde , che si sommano ai problemi atavici della Penisola, i posti di lavoro spariti dal 2020 sono 814.000, la crisi ha acuito le disparità, tra cui quelle nell’accesso alle cure e nell’istruzione, come documenta il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).
Serve ricreare una vera leadership che si preoccupi del bene comune e che sappia affrontare piani realistici con determinazione e coerenza. Suo obiettivo primario deve essere appunto generare un clima di fiducia. Fino a ieri bene intangibile, ma oggi molto tangibile.
Eppure, lo stesso Rapporto rileva l’aumento di individui che, pur preoccupati del loro futuro, sono molto soddisfatti della propria vita. Non sorprende che si tratti soprattutto di persone che vivono relazioni sociali e sentono di appartenere a delle comunità. Da qui bisogna ripartire.
Alfredo Magnifico.