Lo scorso weekend è andato in onda lo spettacolo messo in scena dal Circo Barnum sul salario minimo, e sulla sicurezza sul posto di lavoro, il cinismo di Confindustria e sindacati su questa materia dimostra che il salario minimo non è affatto affare loro, anzi come attesta la dichiarazione rilasciata dal presidente dell’INPS, che denuncia il vero stato di malessere della classe lavoratrice italiana; ben 5 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora, e oltre 2 milioni lavorano a 6 euro ora lordi ,mentre i riders che corrono e fanno incidenti anche mortali, guadagnano 4 euro all’ora, per non parlare degli schiavi che lavorano nei campi a 2/3 euro ora in una comunità civile non è tollerabile, ed è moralmente intollerabile in un’economia avanzata.
Il salario minimo per i giovani è determinante, come anche per le donne, durante la pandemia le categorie maggiormente vittime sono state giovani e donne. Nella carriera lavorativa la donna con figlio rinuncia a 5 mila euro in media di stipendio rispetto a una donna che non ha avuto figli, il gap salariale nei confronti del lavoratore maschio è cresciuto durante la pandemia, i primi a perdere lavoro sono stati giovani e donne.
In 24 paesi europei esiste il salario minimo, ed è un dato di fatto mentre nel nostro paese la contrattazione ha funzionato per molto tempo, è innegabile però che negli ultimi 2-3 decenni non riesce a portare aumenti salariali. Il reddito di cittadinanza in molti contesti ha funzionato proprio come un salario di riserva”, lo stesso Tridico, insiste sulla necessità di “un salario minimo legale, e sono contento che il dibattito si sia riaperto, e che si possa dare speranza a 4 milioni di lavoratori che stanno sulla soglia di 9 euro orario”.
A Bonomi e Confindustria, che dice che il salario minimo è una questione di poco senso, “dico che laddove è stato introdotto la letteratura economica dimostra che ci si è spostati su produzioni e frontiere produttive più adeguate”. Secondo Tridico, infatti, “il salario minimo su un livello adeguato spinge investimenti capital intensive, cioè spinge le imprese a scegliere strategie di investimenti che sfruttano maggiormente il capitale e l’innovazione piuttosto che il lavoro a basso costo e questo porta incrementi di produttività”.
In tutti i paesi dove è stato introdotto non solo si è avuto un incremento di benessere da parte del lavoratore, ma si è bloccata la disoccupazione.
C’è soprattutto una più efficiente allocazione di risorse e lavoro su attività più produttive e quindi capaci di generale più crescita. Nel lungo periodo, ma anche nel medio, l’incremento del salario minimo porta incrementi di produttività”.
Secondo l’Inps, nel nostro Paese, il 9% dei lavoratori è al di sotto degli 8 euro orari lordi mentre il 40% prende meno di 10 euro lordi l’ora. Ben il 22% dei lavoratori dipendenti delle aziende private (esclusi gli operai agricoli e i domestici) ha una retribuzione oraria inferiore a 9 euro lordi, ovvero alla soglia individuata da uno dei disegni di legge sul salario minimo in discussione al Senato.
L’Istat ha poi spiegato che fissando la soglia del salario minimo a 9 euro lordi l’ora, ci sarebbero 2,9 milioni di lavoratori che avrebbero un incremento medio annuo di retribuzione di 1.073 euro.
I Paesi che danno un salario minimo garantito superiore ai 9 euro, sono sei (sui 22 che prevedono la misura: Germania (9,19 euro), Olanda (9,33), Belgio (9,41), Irlanda (9,80), Francia (10,03) e Lussemburgo (11,97). Non affronto oggi il discorso della sicurezza sul lavoro perché sto constatando che ogni volta che sindacato e governo ne parlano si moltiplicano incidenti e morti.
Alfredo Magnifico