Il centro studi della cgia di Mestre afferma che in Italia il lavoro nero produce 77,8miliardi di euro di valore aggiunto, coinvolgendo 3,3 milioni di lavoratori irregolari che ogni giorno per poche ore o per la giornata intera vanno a lavorare nei campi,nelle aziende,nei cantieri edili o nelle case degli italiani.Tutto rigorosamente a nero, con un terzo di irregolarità, con un valore aggiunto di economia sommersa del 4,9%.
Varia la presenza tra regione e regione;la Lombardia con 504mila irregolari ha un tasso di irregolarità pari al 10,4% con un tasso di valore aggiunto del 30,6%, mentre in Calabria con 135.900 irregolari l’incidenza di irregolarità è del 22%, situazione analoga alla Calabria,la Puglia con il 7,1%,la Sicilia con il 7,8% e la Campania con l’8,5%.
La CGIA evidenzia anche che li dove c’è più lavoro cresce il numero di incidenti, infortuni e morti sul lavoro, anche se il più delle volte il ricatto di malavita e caporali li costringe a dichiarare il falso.Una lotta senza quartiere al lavoro nero con l’intensificazione dei servizi ispettivi porterebbe di certo ad un abbassamento di infortuni e morti sul lavoro.
Lo stesso servizio ispettivo denuncia un tasso di irregolarità della sicurezza sul lavoro intorno all’80%.Danno enorme e concorrenza sleale si determina per le aziende oneste che con grande sacrificio si attengono al rispetto delle regole, da parte di aziende che utilizzano lavoro nero e evadono le tasse,non pagano la giusta retribuzione, non pagano la contribuzione, con ili risultato che le aziende oneste si ritrovano fuori dal mercato, dal momento che il prezzo finale è più alto.
È ora di iniziare una guerra al lavoro nero legato a doppio filo con caporalato, sfruttamento e mancanza di sicurezza,a meno che non ci sia connivenza tra malavita e chi ci governa, è ora di porre fine a questo fenomeno perverso, magari chiamando un Figliuolo e mobilitando l’esercito nei posti di lavoro al fine di riportare legalità e far emergere tutto il nero.
Alfredo Magnifico