L’idea di tassare i Robot che sostituiscono il lavoro umano,sta entrando nel dibattito economico,politico sindacale, idee di questa portata richiederebbe una discussione approfondita e non limitata alla dimensione economica. La trasformazione digitale, la robotizzazione, la nanotecnologia e la biotecnologia stanno disegnando un quadro interessante ma presentano non poche ambiguità. Il rapido aumento delle capacità dei computer, la robotizzazione di molti aspetti dell’agire umano, l’uso dei nanorobot medici muteranno inevitabilmente, oltre al lavoro, il nostro stato emotivo, psicologico , culturale e relazionale poiché saremo portati a integrare in noi stessi tecniche e tecnologie. Dovremo fare i conti con innumerevoli protesi , apparecchiature sofisticate di parti del corpo umano . La stragrande maggioranza dei posti di lavoro tra 30 o 40 anni saranno diversi da quelli di oggi, non è detto che saremo tutti disoccupati e poveri, dipenderà dalle azioni che si metteranno in campo sul piano sociale, politico ed educativo-formativo per evitare che milioni di persone vengano poste in una condizione di inutilità che non si può compensare con un reddito. All’avanzare di proposte di un filantropismo compassionevole che ha come unico obiettivo quello di mantenere la pace sociale,mentre la “robolution” è già in atto e sta generando processi di sostituzione del lavoro umano nelle fabbriche, negli uffici, nelle banche, nella finanza , nel commercio, sta invadendo settori del vivere comune,individuale e della cura medica: già si possono eseguire interventi chirurgici, disinnescare bombe, penetrare là dove è impossibile la presenza umana, fare servizi casalinghi .Con la robotica che si introdurrà nel settore industriale e nei servizi del cosiddetto terziario,molti posti di lavoro possano scomparire. Questa prima ondata tecnologica possa sconvolgere una serie di equilibri e accentuare la metamorfosi del lavoro.Le proposte di tassare i robot vanno colte come sollecitazione a porsi il tema di come trovare il modo di finanziare la nostra sicurezza sociale, le infrastrutture e la formazione delle persone .Tassare la produzione che l’usa i robot per finanziare un fondo di tutela per i lavoratori licenziati a causa dell’automatizzazione sarebbe un modo per liberarsi la coscienza, ma a ben analizzarla si inquadra perfettamente in una logica neo elitaria e filantropica: il lavoro a una minoranza, al resto un reddito pauperististico. Un reddito liberato dal suo rapporto con l’agire umano comporta una concreta riduzione della cittadinanza, si verrebbe a creare una società basata sul censo e non sull’uguaglianza e il diritto alla partecipazione. Il futuro del lavoro sarà sempre più digitale, più flessibile e più in rete e caratterizzato da nuove e articolate condizioni e forme di lavoro. Questi cambiamenti produrranno opportunità e rischi per le lavoratrici e i lavoratori e metteranno il nostro sistema di sicurezza sociale alla prova. Si tratta di riconoscere in anticipo le opportunità e i rischi associati alla robotizzazione per contrattare o normare con le aziende i cambiamenti. Va definito un diritto alla formazione permanente e l’ambiente di lavoro deve essere orientato da una triade di tutela del lavoro: rispetto per la realtà della vita e della privacy dei dipendenti, da forme di negoziato sull’uso del tempo, la realizzazione di strumenti reali di partecipazione dei dipendenti alle scelte organizzative e strategiche dell’azienda. Non bisogna soffocare l’innovazione . Se posti di lavoro sono destinati a scomparire, sarà necessario che i guadagni e i profitti generati dai robot contribuiscono alle esigenze della nostra società. Occorre; un sistema fiscale coerente che premi chi incremento l’occupazione umana, creare lavoro corrisponde eticamente alla creazione di profitto. Un ripensamento profondo del tempo di lavoro e di vita determinando una nuova relazione tra lavoro produttivo e lavoro di cura. Alle persone bisognerebbe consentire attraverso una nuova redistribuzione della ricchezza di potersi dedicare alla crescita dei bambini, all’assistenza e compagnia degli anziani, alla cura dell’ambiente che si abita e alla realtà sociale e relazionale. Secondo Stephen Hawking, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è una delle principali minacce per la nostra società, di questo tipo di avvertimenti dobbiamo tenere conto, senza lasciarci conquistare da forme di neo-luddismo ma partire dalla conoscenza dei cambiamenti che si propongono ,occorre cercare soluzione che abbiano al centro la dignità delle persone, la loro libertà e i loro diritti. –Alfredo Magnifico-
L’idea di tassare i Robot sta entrando nel dibattito economico,politico e sindacale
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