Il malcontento degli agricoltori è spesso dovuto alle politiche UE: il settore agricolo ha sempre guardato con sospetto le misure da 55 miliardi di euro introdotte per rinnovare la Politica Agricola Comune (PAC) e renderla più sostenibile.
Le misure prevedono l’obbligo di destinare almeno il 4% dei terreni coltivabili a funzioni non produttive, l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture e di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%,per molti agricoltori, queste misure non faranno altro che rendere il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto alle importazioni.
In alcuni Paesi europei, le proteste erano iniziate già dal 2019, nei Paesi Bassi a causa delle richieste del governo di dimezzare la produzione di bestiame per ridurre le emissioni di ossido di azoto.
A Bruxelles gli agricoltori spesso protestano lanciando latte contro i muri o bloccano le strade con il bestiame, in Romania, Polonia e Ungheria gli agricoltori protestano, spaventati dalle importazioni a basso costo provenienti dall’Ucraina, la protesta degli agricoltori sta bloccando le strade, chiedono di ripensare le misure sulla sostenibilità del settore agroalimentare.
Francia, Germania, Romania, Belgio, Polonia e Italia sono assediate da decine di migliaia di agricoltori che hanno riposto gli attrezzi e bloccato le strade con i loro trattori.
Tartassati dai rincari del costo della vita, protestano contro le misure pensate per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare, ad esempio imponendo la sospensione delle attività per permettere al terreno di riposare.
Gli agricoltori francesi hanno bloccato tratti di autostrada verso Parigi, sostengono di non essere pagati abbastanza e di dover rispettare un’eccessiva regolamentazione in materia di protezione ambientale, l’aumento del costo del gasolio agricolo, i ritardi nel pagamento dei sussidi UE, la concorrenza delle importazioni più economiche e le norme ambientali e aumento della burocrazia.
In Germania gli agricoltori sono arrabbiati per la graduale eliminazione delle agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo per pareggiare il bilancio 2024, una mossa che li porterebbe alla bancarotta.
Le proteste stanno aumentando anche in Italia: centinaia di agricoltori sono arrivati da tutta Lombardia a Melegnano, dando il via a un presidio che durerà 5 giorni e 5 notti, le proteste si sono estese anche in Sardegna e in Toscana, chiedono più tutela del Made in Italy, e si oppongono all’aumento del prezzo del gasolio.
Tra i motivi delle proteste un ruolo fondamentale l’ha l’import di prodotti agricoli, soprattutto cereali, a prezzi bassi dall’ Ucraina, che secondo gli agricoltori starebbe rovinando il mercato interno.
Gli agricoltori denunciano che produrre in Ucraina, come il pollo, costa la metà che in alcuni Paesi europei, per gli agricoltori, non è una partita equa: le aziende agricole ucraine misurano circa mille ettari; gli equivalenti europei solo 41.
Serve guardare agli Stati Uniti d’Europa, un accozzaglia di stati tenuti insieme a mala pena non serve più,occorre fare il salto successivo, politica, economia,tasse e difesa devono avere un unico orientamento non è più concepibile la convivenza di Politiche diverse tra stati membri.
Alfredo Magnifico