Legge sulla partecipazione e se invece di sfasciare si costruisce?

E’ stata approvata dalla Camera con 163 voti a favore (maggioranza, Iv e Azione), 40 contrari (Avs e M5s) e 57 astenuti (Pd). Il partito di Elly Schlein stava valutando il voto contrario, ma poi ha scelto «un’astensione critica», come ha anticipato in aula la deputata Cecilia Guerra, aggiungendo che dalla maggioranza ci sono state solo parole e intonando perciò il ritornello di “Parole Parole”, canzone di Mina.

Durante la crisi dei subprime (Bolla),la crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2008 negli Stati Uniti, ebbe gravi conseguenze sull’economia mondiale, in particolar modo nei paesi sviluppati del mondo occidentale, innescò la grande recessione (da molti considerata la peggior crisi economica dal 1929.

Gli effetti non sono mancati neanche in Italia, dal 2009 al 2013-14 ho passato più tempo al ministero del lavoro e dell’industria che a casa mia.

Ogni giorno si discutevano le crisi aziendali con chiusure e Casse integrazioni al ministero del lavoro e piani di salvataggio al ministero dell’Industria, ho passato più tempo con i dirigenti dei due ministeri che con mia moglie.

La mia domanda ricorrente era, perché dare finanziamenti e attuare salvataggi senza una vera partecipazione dei Lavoratori?

Un’ altro caso che ho sempre riportato come esempio fu una società di origini giapponese, sprofondata in una crisi profonda, il consiglio di amministrazione aveva già deliberato la chiusura, proposi ai lavoratori di rinunciare alla tredicesima e di comprare azioni dell’azienda, all’azienda proposi di vendere azioni ai lavoratori a prezzo inferiore a quello di mercato entrambi ne furono entusiasti e alla fine l’azienda si salvò, i lavoratori non solo conservarono il posto di lavoro ma guadagnarono sulla compravendita delle azioni.

Nei miei quarant’anni di operatività nella CISL non sempre mi sono riconosciuto nel pensiero di chi aveva la responsabilità ed ho sempre difeso il mio punto di vista ho criticato d’Antoni, ho criticato Bonanni esprimendo apertamente il mio dissenso e pagandone le conseguenze.

Anche se il mondo del lavoro è in una fase drammatica, con diritti seppelliti, contratti alla giornata, lavori poveri retribuiti anche a 5-6 euro ora. In alcuni casi sembra sia stata rispolverata la schiavitù.

Ritengo che l’iter parlamentare avviato e l’approvazione alla Camera rappresenta un passo fondamentale verso un traguardo storico per il mondo del lavoro e per l’intero Paese.

Dopo 77 anni, forse si avvicina l’approvazione di un testo attuativo dell’articolo 46 della Costituzione che sancisce il diritto dei lavoratori a un coinvolgimento attivo nella vita e negli utili delle imprese».

Il testo, che ora va al Senato per l’approvazione definitiva, « la valorizzazione della contrattazione collettiva come motore degli accordi partecipativi, il sostegno economico alla partecipazione attraverso incentivi concreti, la formazione per i lavoratori coinvolti e il riconoscimento delle quattro forme di partecipazione, organizzativa, gestionale, economico-finanziaria e consultiva».

Forse sarebbe il caso di sotterrare l’ascia di guerra, non hanno senso le dichiarazioni di chi cerca di affossare questa iniziativa,dalla CGIL che, spara ”mortifica i lavoratori”, al movimento 5 stelle che parla di:” tradimento allo spirito con cui i padri costituenti scrissero l’articolo 46”, si parla di morte della contrattazione collettiva, l’astensione del PD.

Forse la proposta della ministra del Lavoro Marina Calderone, coglie il segno e lo spirito, quando afferma; «un testo che può essere implementato e migliorato, ma i principi fondamentali ci sono tutti».

La legge, che dovrebbe essere applicata a tutte le aziende, senza discriminazione alcuna, con un modello inclusivo che garantisce il massimo coinvolgimento del mondo produttivo, anche con il supporto a enti bilaterali e fondi interprofessionali per le pmi». Sembra ci sia la copertura, son stati stanziati  72 milioni in manovra il che confermerebbe la volontà di rendere questa riforma una realtà concreta.

Forse se la Ministro del Lavoro attivasse un tavolo, così come ha fatto egregiamente per la sicurezza sul lavoro, per verificare la reale volontà di tutti sindacati, parti datoriali e forze politiche affinché si ritrovi quello spirito di coesione e di sostegno ad una legge che di certo non fa male, anzi, potrebbe risultare utile, “Germania Docet”.

Alfredo Magnifico

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