Buongiorno,
Leggevo oggi questo vostro articolo
https://www.informamolise.com/economia/regime-agevolato-per-artigiani-e-commercianti-sparisce-il-minimale-inps/ riguardante il minimale INPS, annoso problema di gran parte delle partite IVA in Italia.
L’articolo è datato 19 ottobre 2015, ma probabilmente si tratta invece di un articolo dell’anno scorso. Mi risulta infatti che, proprio in questi giorni, il governo stia decidendo per la sua reintroduzione (dopo neanche un anno dalla sua abolizione, è durata molto devo dire) nel regime forfettario, che è poi l’unico regime che permetteva su base volontaria di non pagare il minimale, che ormai ha superato i 3600 euro annui, non esattamente spiccioli per un commerciante ed un artigiano. Per dare un contentino di facciata all’abolizione del minimale, in loco di questa, viene inserito uno sconto del 35% sui contributi ordinari, uno sconto che, vi assicuro, non interessa proprio a nessuno se il prezzo da pagare per ottenerlo è la reintroduzione del minimale. Sarebbe importante che voi professionisti, in questi giorni, ne parlaste di più di questa questione e che foste molto più critici nei confronti del governo, perchè ancora una volta un intervento che danneggia molte piccole imprese sta passando nel silenzio più totale, come se fosse un cavillo da niente, mentre si tratta invece di un proveddimento che può costringere alla chiusura molte attività ed impedire ad altrettante altre di nascere. Su questi blog che trattano gli argomenti fiscali tutto è sempre molto asettico, non si esprime mai una vera critica, ogni provvedimento viene accettato molto passivamente. Servirebbe un approccio diverso da parte dei professionisti di queste materie, che aiuti chi sta al governo a non sbagliare. Perchè ancora una volta si sta sbagliando con le partite IVA, ed è l’ennesima volta. Ma pare che nessuno se ne sia ancora accorto o forse sono argomenti questi che non interessano a nessuno.
( lettera firmata di un lettore di informamolise.com)
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Gentile lettore
in effetti l’articolo da lei citato era precedente alla lettura del testo della nuova legge di stabilità 2016, solo recentemente firmata dal presidente della Repubblica e resa disponibile nella sua versione testuale. L’amara sorpresa da Lei registrata è in effetti reale: scompare il regime contributivo agevolato, l’unico che rendeva attraente per le piccole imprese ed i microimprenditori tale regime e viene affacciato un non meglio precisato sconto contributivo del 35%, che non si sa neanche se sarà applicato ai 3600 euro del minimale contributivo. Il nostro sito, a differenza degli altri, non vuole essere asettico e non si limita a fare spiegazioni di norme e di leggi. In questo senso condividiamo pienamente la sua protesta perchè i regimi agevolati non sono mai proposti dal nostro studio con entusiasmo, in quanto fortemente penalizzanti e costosi per piccole attività, specie se nuove. Questo del 2015 ci era sembrato più intelligente proprio perchè abbassava il costo dell’Inps, il vero macigno che grava su chi è piccolo o ha appena avviato un’attività. Purtroppo ha ragione lei, è durato un anno (con l’Inps che fa la circolare per aderire il 10 febbraio, semiclandestina, e pone la scadenza al 28 febbraio, limitando così al massimo la diffusione della notizia) e ci hanno preso per i fondelli per l’ennesima volta. Ma, come vede, almeno a noi questa battaglia di civiltà fiscale sta a cuore, senza se e senza ma. Ringrazio Lei, intanto, per l’attenzione che ha voluto mettere sulle importanti tematiche in favore delle imprese.
Pietro Colagiovanni