La Banca d’Italia, nel suo ultimo bollettino, ha ridimensionato la stima sulla crescita che sarà dello 0,6%, anche se il governo Meloni aveva detto e ripetuto che il Pil italiano quest’anno sarebbe salito dell’1%.
La causa è che, invero, il turismo si è ripreso dopo il Covid, dopo la pandemia, il settore si è ripreso piuttosto in fretta, e dal 2023 i turisti che provengono dall’estero sono tornati a essere più di quelli ‘domestici’. Alla fine dell’anno scorso, i pernottamenti di turisti stranieri hanno superato i livelli del 2019, in Italia come in altri Paesi europei. Questo è dovuto ai viaggiatori che vengono dall’esterno dell’Ue, soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito e Giappone.ma l’edilizia senza il Superbonus sta calando e l’industria è andata in difficoltà.
Nel suo bollettino, aggiornamento sull’economia italiana pubblicato ogni tre mesi, la Banca d’Italia ha previsto che il Pil italiano crescerà forse dello 0,6% nel 2024, stima lontana da quell’un per cento che il governo Meloni aveva inserito nel Documento di economia e finanza.
Tenendo conto che un decimo percentuale del Pil italiano vale più o meno 2 miliardi di euro, la differenza tra le due stime è di circa 8 miliardi di euro di crescita ,che purtroppo possono fare tutta la differenza, quando ci sarà da scrivere la legge di bilancio.
Bankitalia ha confermato lo 0,6%, come aveva già previsto ad aprile (con possibile modifica allo 0,7%, considerando alcuni dati che Istat ha aggiornato solo a fine maggio), mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, continua a difendere la stima del governo, dicendo che è “ampiamente alla nostra portata” e che la prossima manovra non sarà “lacrime e sangue”.
Il vero rischio, per i prossimi mesi, secondo la Banca d’Italia, è rappresentato dal “ridimensionamento” del Superbonus e di altre agevolazioni del settore che di certo comporteranno un crollo dell’attività nel comparto edilizio più forte rispetto a quanto fosse stato previsto.
L’economia italiana deve affidarsi alle esportazioni e alla crescita dei consumi, grazie al fatto che l’occupazione è in aumento (anche se non per tutti) e il potere d’acquisto è salito, nonostante i salari restino al palo.
La stima è che nei prossimi due anni l’occupazione, soprattutto la precaria e quella povera continuerà a crescere, ma con ritmo lento, anche a causa del blocco generazionale, invecchiamento della popolazione e giovani in fuga verso lidi migliori.
L’inflazione, programmata, in Italia, dovrebbe restare sotto la media europea, e dovrebbe rimanerci fino al 2026, per garantire un aumento piuttosto contenuto delle spese., anche se i prezzi del cibo, possono cambiare molto rapidamente anche se l’inflazione generale resta bassa.
Nonostante la Bce abbia abbassato i tassi d’interesse, per le imprese resta un periodo difficile, chiedere e ottenere un prestito resta complicato, così, gli investimenti restano scarsi, la produzione industriale è in calo con più della metà dei comparti dell’attività manifatturiera in contrazione.
Alfredo Magnifico