Lavoro sempre più pericoloso e precario

Dal rapporto Oxfam emerge il concetto che un lavoro ben retribuito e tutele solide, per i lavoratori, sono indispensabili per garantire una società in cui i benefici economici siano suddivisi più equamente tra i cittadini.
Oggi il 56% della popolazione mondiale vive con un reddito compreso fra i 2 e i 10 dollari al giorno.
L’attuale sistema economico offre soprattutto: lavori pericolosi, sotto-retribuiti e precari e un sistematico abuso dei diritti di chi lavora fino a quando, per il sistema economico, la remunerazione della ricchezza di pochi sarà un obiettivo predominante rispetto alla garanzia di un lavoro dignitoso per tutti, non solo sarà possibile arrestare la crisi della disuguaglianza ma si andrà sempre più accentuando.
Posti di lavoro equamente retribuiti rappresentano la linfa vitale di un sistema economico ben funzionante.
Ad una retribuzione carente, corrisponde depressione di domanda di beni e servizi , con effetti negativi sulla crescita economica, infatti bassi salari comportano il ricorso al credito non garantito che porta sempre più persone alla miseria, così si è generata la crisi economica del 2008.
Il calo dei redditi da lavoro si impatta negativamente sugli erari pubblici con ricadute sul finanziamento dei servizi pubblici, quali istruzione e sanità, con traumi per le fasce più povere e vulnerabili della popolazione.
Un lavoratore su tre nelle economie emergenti e nei Paesi in via di sviluppo vive in condizioni di povertà, in 91 (su 133) economie avanzate e Paesi in via di sviluppo i salari non hanno mantenuto il passo della produttività e della crescita economica nel periodo 1995-2014.
Il numero di persone occupate in forme vulnerabili di lavoro è stimato intorno a 1,4 miliardi, il 40% degli occupati totali.
Se il reddito globale non ha accresciuto la ricchezza dei lavoratori ,che fine ha fatto?
Tra il 1995 e il 2009, su scala globale, la quota dei redditi da lavoro dei lavoratori poco o mediamente qualificati è scesa del 7%, mentre quella dei lavoratori altamente qualificati è aumentata di oltre 5 punti percentuali.
L’Ocse stima che, negli ultimi 20 anni, i redditi dell’1% più ricco siano aumentati del 20%, mentre per i lavoratori a basso reddito si è avuta una drammatica riduzione.
Vincitori del sistema economico globale sono anche i percettori di redditi da capitale, fascia relativamente limitata di persone,negli Stati Uniti l’1% più ricco della popolazione possiede il 40% del mercato azionario. Nel 2015 su scala globale il volume dei dividendi (redditi da capitale)ha toccato quota 1200 miliardi di dollari.
Questo crescente divario rafforza la capacità di condizionamento da parte di pochi dei processi decisionali pubblici, indebolisce sempre più il potere di fatto dei lavoratori comuni a favore di possessori di ricchezza.
Secondo Oxfam, e farebbero bene a tenerne conto i sindacati se e dove esistono, le politiche che possono contrastare l’estrema disuguaglianza sono di due generi:
Politiche predistributive: incentivi a modelli imprenditoriali che adottano politiche di maggiore equità retributiva e mantengono livelli salariali dignitosi; tetto agli stipendi dei manager (così che il divario retributivo non superi il rapporto 20:1); eliminazione del divario retributivo di genere; promozione di salari dignitosi superiori al salario minimo (spesso non commisurato al reale costo della vita);protezione dei diritti dei lavoratori specialmente delle categorie più vulnerabili: lavoratori domestici, migranti e del settore informale e, in particolare, del loro diritto di associazione sindacale.
Politiche distributive: incremento della spesa pubblica per i servizi essenziali e per la sicurezza sociale;regolamentazione degli operatori privati nei settori educativo e sanitario (per scongiurare il pericolo che i più poveri siano esclusi da un equo accesso a tali servizi),politiche fiscali nazionali votate ad una maggiore equità e progressività, riforma fiscale internazionale per contrastare la deleteria corsa globale al ribasso in materia di tassazione d’impresa,messa al bando dei paradisi fiscali.
Oxfam esorta, inoltre, governi e istituzioni internazionali “a porsi come obiettivo, entro il 2030,che il reddito complessivo del 10% più ricco non sia superiore al reddito del 40% più povero” e chiede alle grandi imprese di “assicurare un salario dignitoso per tutti i lavoratori, come azione prioritaria, rispetto alla distribuzione dei dividendi agli azionisti o al pagamento di mega bonus ai top manager; contemplare la rappresentanza dei lavoratori nei consigli di amministrazione; scegliere approvvigionamenti da fornitori le cui imprese sono votate ad un business più etico; condividere una percentuale dei profitti con i lavoratori più poveri all’interno della propria filiera di produzione; favorire la parità di genere all’interno della propria impresa; ridurre i divari retributivi introducendo un tetto massimo di 20:1; collaborare costruttivamente con le parti sindacali a beneficio dei lavoratori e soprattutto delle donne là dove maggiormente discriminate”.OXfam la strada ai sindacati l’ha indicata,questa è l’indirizzo da percorrere.
Alfredo Magnifico

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