Lavoro/La Grande Trovata

Nel 1935 Erwin Schrödinger elaborò un paradosso per evidenziare come la meccanica quantistica fornisce risultati inverosimili se applicata a un sistema macroscopico; per cui applicando i principi della fisica dei quanti, un gatto in una scatola con una fiala di veleno, una fonte radioattiva e un meccanismo che aziona un martello, è contemporaneamente sia vivo che morto.

Quando la fantasia supera la realtà e scopri un paradosso del  legislatore italiano, che a distanza di 90 anni, sembra voler emulare Erwin Schrödinger legiferando che; i lavoratori potranno essere impiegati dalle aziende con più di 250 dipendenti sia come subordinati che come autonomi, con lo scopo di allargare la platea dei beneficiari della flat tax.

Il ddl lavoro prevede che: le persone iscritte in albi o registri professionali ( ingegneri, avvocati, biologi o architetti etc..) possano instaurare contemporaneamente due rapporti di lavoro con un’impresa.

Per quanto riguarda il lavoro subordinato, il contratto deve prevedere un orario part time compreso tra il 40% e il 50% dell’orario previsto dal Ccnl applicato in azienda.

Per i freelance che non sono iscritti in un albo o registro professionale, invece, la possibilità di diventare un “lavoratore Schrödinger” deve essere prevista espressamente da un contratto collettivo specifico chiamato accordo di prossimità, (ne vedremo tantissimi), inoltre, i professionisti devono eleggere un domicilio professionale in un luogo diverso da quello in cui hanno stipulato il contratto di lavoro a tempo parziale.

Questa forma, paradossale, di rendere la prestazione lavorativa deve essere avvallata da un’apposita commissione di certificazione che verificherà, tra l’altro, la non sovrapposizione delle ore dedicate alla prestazione di lavoro subordinato con quelle in cui il professionista può lavorare autonomamente.

La possibilità prevista dalla legge ha lo scopo specifico di allargare la platea dei beneficiari della cosiddetta flat tax anche ai lavoratori dipendenti di grandi aziende che, in astratto, possono svolgere le loro mansioni in autonomia.

Si tratta di un’operazione che probabilmente avrà un impatto limitato in termini di beneficiari, di certo, è evidente che il rapporto misto legittima situazioni opache e agevola l’utilizzo improprio del lavoro autonomo per finalità di natura fiscale.

Perdere una parte delle tutele del lavoro subordinato per pagare meno tasse può essere allettante nel breve periodo ma rischia di essere controproducente con un orizzonte più ampio. Se posso dico: “lavoratori state attenti” io vi ho avvisato, buon inizio!

Alfredo Magnifico

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