Lavoro e finta abolizione delle Province. La pseudoriforma “Delrio” mette in ginocchio i “Centri per l’impiego” cui non pervengono le risorse da Stato e Regioni

L’ennesima prova che la riforma “Delrio” rappresentasse una sciagura per il Sistema Paese e per gli assetti dell’organizzazione dello Stato era circostanza nota già nel momento in cui veniva votata in parlamento, ma che si arrivasse a tanto forse era inimmaginabile. Perché al di là delle denunce che lo “Sportello dei Diritti”, ha già pubblicamente rivelato nei mesi scorsi, adesso ne arriva un’altra che riguarda degli uffici che costituiscono da sempre un punto di riferimento per il mercato del lavoro nazionale: i centri per l’impiego, una volta noti come uffici di collocamento, che pur non rimanendo formalmente nell’ambito delle funzioni delle morenti province in attesa di passare sotto la gestione della nascente ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, in questa lunghissima fase di transizione (non si sa, infatti, quando verrà a pieno compimento il nuovo ente), rischiano la più completa paralisi perché da Stato e Regioni non giungono le risorse necessarie per consentirne la gestione né tutte le amministrazioni regionali si sono attivate per trovare soluzioni, anche temporanee, al problema.Solo per fare un esempio tra Provincia di Lecce e Regione Puglia è partito un braccio di ferro affinché la seconda stanziasse alla prima la quota di finanziamento previsto dalla legge e che a tutt’oggi non risulta mai pervenuta. Una guerra nella quale però a perdere sono i lavoratori ed i dipendenti assegnati ai “centri per l’impiego”, ove a breve in assenza di copertura finanziaria, verrà sospesa nell’ordine:
– la fornitura di carta, cancelleria, materiale igienico sanitario e di pulizia;
– dal prossimo 1 ottobre non sarà garantito il servizio di noleggio dei fotocopiatori, la fornitura dei toner, il servizio postale;
– sospesa la erogazione dei buoni pasto.
Mentre vi è certezza che saranno inoltre individuate le azioni da porre in essere per contenere i costi relativi alle utenze telefoniche, energia elettrica e termica, acqua.
Trovare parole in un dramma che contribuirà all’ulteriore “mazzata” al sistema gestionale del mercato del lavoro già piegato da un’offerta sempre più limitata a fronte della disoccupazione dilagante, è difficile, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che sottolinea anche come la riforma delle Province dimostri la sua decontestualizzazione ed estraneità ai reali bisogni del Paese. Ciò tantopiù che i centri per l’impiego non spariscono dall’assetto complessivo del “sistema lavoro” neanche in questa fase della vita dello Stato mentre per una parte di esso, a partire da questo Governo, sembra che non servano più così come le migliaia di dipendenti di questi uffici che non meritano questo trattamento.

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