Questo è il periodo in cui trascorriamo gran parte delle nostre giornate sul luogo di lavoro. Il lavoro non ha più la funzione atta a procacciarci quello che serve per vivere ma è diventata la fonte di autorealizzazione, l’espressione delle proprie potenzialità, il contributo costruttivo al mondo,il luogo in cui poter intessere relazioni umane e professionali; positive, collaborative, atte alla crescita interiore e professionale.
Il lavoro non è l’unico contesto in cui realizzare se stessi, esistono altri elementi fondamentali per il nostro benessere: la coltivazione di emozioni positive, il coinvolgimento pieno in attività dense di significato, un senso di realizzazione profondo che si può acquisire in diverse aree.
Il benessere economico e l’industrializzazione non vanno di pari passo con livelli crescenti di benessere psicofisico e felicità.
Gli operai di ogni settore industriale, manifatturiero, edile, dell’estrazione, dei trasporti, della pesca, dell’agricoltura, forestale, riferiscono livelli di felicità complessivi più bassi in tutte le aree del mondo, con un valore medio di 4,5 su 10,al contrario le persone che si definiscono manager, executive, impiegati, professionisti riportano livelli superiori di felicità, con una media di 6 su 10.
I colletti bianchi sperimentano stati emotivi più positivi, sorrisi, risate, divertimento e meno vissuti negativi, preoccupazione, ansia, stress, tristezza, rabbia.
Le statistiche descrittive rappresentano una media che appiattisce le differenze, la situazione resta simile anche quando si tengono in conto le diversità di educazione, reddito, età, sesso, stato civile e affettivo.
La situazione dei professionisti in relazione al benessere psicofisico appare molto complessa, hanno un livello inferiore di felicità rispetto agli impiegati a tempo pieno. Nella maggior parte delle nazioni sviluppate la libera professione è associata a una valutazione più elevata della propria vita, ma a maggior emozioni negative quotidiane, ansia, stress, preoccupazioni. In sintesi: avere una professione autonoma sembra molto soddisfacente, ma stressante.
Non avere lavoro, invece, è molto deleterio per la salute psicofisica, tale constatazione vale in ogni parte del mondo. Le persone con un impiego valutano la qualità della loro vita in modo nettamente superiore rispetto ai disoccupati. In aggiunta, i disoccupati riportano circa il 30% in più di emozioni negative nella loro vita quotidiana.
Alfredo Magnifico
Il lavoro condiziona ogni aspetto della vita
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