Lavoro/ A proposito di: “Patente a punti in edilizia”

Un caldo pomeriggio d’estate,23 luglio, passato al tavolo del Ministero del lavoro a discutere di patente a punti con la partecipazione di tutto il mondo imprenditoriale e sindacale. Premesso che nel 2023, il numero totale di decessi sul posto di lavoro in Italia ha raggiunto 1.041, con un aumento dell’1,1% rispetto all’anno precedente, di cui 150 sono avvenuti nel settore edile e sui cantieri

Questo equivale al 15% del totale dei decessi, una statistica che, insieme alla tragica vicenda del crollo del cantiere a Firenze avvenuto il 16 febbraio 2024, ha messo in evidenza le lacune nella gestione della sicurezza sul lavoro.

E vero che negli ultimi anni, grazie agli incentivi e alle agevolazioni previste dai piani per la ripresa del settore, l’edilizia ha sperimentato uno dei suoi periodi più fiorenti in termini di crescita occupazionale, coinvolgendo circa 500.000 imprese e quasi un milione e mezzo di lavoratori.

Tuttavia, dietro a questo successo si nasconde un aspetto ben più oscuro: l’edilizia si riconferma il settore leader per infortuni e morti sul lavoro.

E’da non poco tempo che il Governo, attraverso il ministro del lavoro, ha aperto un tavolo per trovare una soluzione per arginare il problema: l’introduzione della patente a punti. A questo tavolo mi ci sono trovato catapultato mio malgrado, ed ho voluto mantenere con fedeltà e pervicacia l’impegno con non pochi mal di pancia di diversi colleghi abituati a vedermi in altre vesti.

Per chi ha voglia e per chi è interessato lo rinvio alla lettura del decreto che entrerà in vigore il 1 ottobre.

La Patente a Punti viene istituita nel campo delle costruzioni e dell’edilizia, dove va a ricoprire un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto delle normative volte alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dal 1° ottobre 2024, possedere la Patente a Punti diventa quindi un obbligo per le imprese e i lavoratori che operano all’interno dei cantieri.

La fortuna di intervenire tra gli ultimi, capitato casualmente, grazie alla mano di qualche solerte funzionario, dalla parte governativa, ho potuto ascoltare i vari interventi, ognuno dei quali cercava di tirare l’acqua al proprio mulino.

Non avendo grandi interessi da difendere ed essendo seduto vicino al colonnello dei Carabinieri, ho voluto, innanzitutto, esprimere l’apprezzamento per il lavoro fatto dal governo e per essere arrivato al capolinea emanando un decreto che partirà dal primo ottobre.

Ma mi sono, volutamente, spinto oltre, disinnescando una Bomba, ho invitato il Ministero a proseguire l’opera con lo stesso tavolo per tutti i settori produttivi, sul lavoro povero, sui contratti che non si rinnovano, sulla schiavitù legalizzataattraverso appalti e sub-appalti con cooperative spurie che forniscono manovalanza a basso costo e contratti firmati ad hoc.

Una volta tanto non mi sono sentito lepre ma cacciatore:

Alfredo Magnifico

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