Lavoratori a basso reddito ai minimi dal 2014

Il report dell’Istat sul mercato del lavoro nel settore privato per il 2022 certifica la ripresa post-pandemica, ma forti disuguaglianze e necessità di affrontare nuove sfide.

Sono 21 milioni le posizioni lavorative dipendenti (+7,4% rispetto al 2021) e 16,1 milioni di lavoratori (+4,3%).

Le posizioni lavorative con retribuzioni orarie inferiori ai due terzi della mediana (low pay jobs) rappresentano il 6,2% del totale, pari a 1,3 milioni di posizioni.

Le statistiche rilevano che una manodopera poco qualificata e senza un titolo di studio adeguato è destinata a incontrare maggiori difficoltà di inserimento.

Il numero di posizioni lavorative ha raggiunto i 21 milioni, un dato che supera anche i livelli pre-pandemia.

Ma non sono tutte rose e fiori, questa crescita è accompagnata da un aumento delle posizioni a tempo determinato, che rappresentano il 35,5% del totale (+1,8 punti percentuali rispetto al 2021 e +6,7 rispetto al 2014).

La durata mediana delle posizioni lavorative è scesa a 348 giorni, segnando un calo del 4,7% rispetto al 2021, questo trend riflette una maggiore instabilità, con oltre la metà delle posizioni (52%) che durano meno di un anno.

Le retribuzioni mediane hanno registrato un lieve incremento, con un valore mediano di 11,75 euro l’ora, tuttavia, le differenze tra i lavoratori più e meno retribuiti rimangono marcate.

Il nono decile (21,98 euro) è 2,6 volte superiore al primo decile (8,42 euro), e questa disparità aumenta ulteriormente tra i laureati, dove il rapporto sale a 3,6 volte.

Le posizioni meglio retribuite sono quelle occupate da laureati (14,89 euro), impiegati/dirigenti (14,65 euro) e dipendenti over 50 (12,85 euro), mentre i lavoratori a tempo determinato (10,58 euro), i giovani (10,50 euro) e i nati all’estero (10,76 euro) si trovano in condizioni meno favorevoli.

Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, con una retribuzione oraria mediana di 11,25 euro, 0,90 euro in meno rispetto ai colleghi maschi. Questo divario aumenta progressivamente lungo la scala retributiva: dal 3,5% per il primo decile si arriva al 14,9% per il nono, con un incremento rispetto al 2021.

Un dato significativo è l’aumento dei lavoratori che occupano più di una posizione lavorativa: nel 2022 sono stati oltre 3 milioni, pari al 19,8% del totale (+2 punti percentuali rispetto al 2021). Questo fenomeno riflette una crescente necessità di integrare il reddito, ma anche una maggiore flessibilità del mercato del lavoro.

Alfredo Magnifico

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