Il rapporto Censis-Eudaimon afferma che per il 67% degli occupati italiani, la priorità è lavorare meno,un terzo degli intervistati non risponde a email e chiamate fuori dall’orario di lavoro, in futuro vorrebbe fare meno.
Secondo i dati Ocse, il 9,4% degli occupati, circa 2,7 milioni di persone, supera le 49 ore di lavoro a settimana, ore eccessive e straordinari sono diffusi soprattutto tra gli autonomi, meno tra i dipendenti, e pensare che la prima convenzione dell’organizzazione internazionale del lavoro (Oil) del 1919 prevedeva un limite massimo di 48 ore settimanali.
In Europa pochi passano più tempo in ufficio o in fabbrica dei lavoratori italiani, con scarsa produttività, infatti,mentre le ore lavorate nel 2022 sono aumentate del 4,8%, il valore aggiunto prodotto è stato solo del +4,1% quindi, la produttività è diminuita dello 0,7%.
Se in un’ora o in un giorno si genera un servizio o un prodotto di alto valore, quest’ora e questo giorno possono essere pagati di più, da qui, la correlazione tra bassa produttività e bassi salari, nonostante l’alto numero di ore di lavoro.
Se non si possono avere stipendi più alti, tanto vale lavorare di meno, magari la settimana corta, i metalmeccanici, in vista del rinnovo del contratto, chiedono la riduzione dell’orario a 35 ore e i tedeschi puntano alle 32 ore, la scommessa sarebbe, lavorare quattro giorni su cinque garantendo una produttività non inferiore a prima, (c’è chi scommette su un aumento della produttività).
In Gran Bretagna le conseguenze sulla produttività non sono state però positive, il 51% dei partecipanti al sondaggio sulla settimana di quattro giorni, meno della metà dice che la produttività è migliorata, ma molti dipendenti si sono dimessi perché, se lavori meno giorni, in quei giorni aumenta l’intensità di lavoro e si lavora peggio.
Il segreto è capire quando siamo più produttivi e come ottenere il massimo dal nostro lavoro.
Il lockdown ha rivelato che le riunioni di lavoro erano la principale fonte di scarsa produttività dei dipendenti.
Secondo uno studio pubblicato sulla Harvard Business Review, il tempo dedicato alla collaborazione è aumentato di oltre il 50% negli ultimi decenni.
I ricercatori hanno scoperto che i dipendenti nella maggior parte delle aziende trascorrono fino all’80% delle loro giornate incontrandosi, facendo telefonate e rispondendo alle e-mail, lasciando indietro compiti molto più importanti.
Alcuni hanno tenuto conto dei risultati di questa ricerca e hanno deciso di agire di conseguenza;hanno eliminato tutte le riunioni per un periodo di due settimane, mantenuto solo riunioni essenziali, il risultato: dopo due anni con questa modalità,l’azienda ha triplicato il numero di dipendenti, con riunioni più brevi e più produttive.
Può essere utile stabilire:una routine quotidiana che consenta di bilanciare il tempo speso in un lavoro sostanziale con la necessità di rispondere alle e-mail o partecipare alle riunioni, cercare di trovare il tempo per lavorare senza interruzioni, ad esempio bloccando le mattine e lasciando solo i pomeriggi disponibili per riunioni e chiamate.
La ricerca ha dimostrato che le persone che sono in grado di disconnettersi dal lavoro sono meno stanche e hanno un tasso di procrastinazione molto più basso, un maggiore impegno professionale e una migliore qualità della vita, diversi datori di lavoro l’hanno capito e offrono ai propri dipendenti routine di lavoro e rituali che promuovono l’equilibrio tra lavoro e vita privata, quando le persone trovano un equilibrio tra il lavoro e la vita privata sono più produttive, creative e felici.
Aiutare i dipendenti a evitare il sovraccarico e a disconnettersi dal lavoro in modo appropriato,li farà godere di una salute migliore, di un maggiore benessere e di una maggiore soddisfazione e li vedrà fare di più, meglio e in meno tempo.
Alfredo Magnifico