La statistica/ Molise, regione di pensionati

La statistica appena pubblicata ha già suscitato clamore nazionale, anche se il quadro purtroppo è quello solito delle ‘due Italie’.

Nel Mezzogiorno si pagano più pensioni che stipendi, ma anche nel resto d’Italia la situazione è in peggioramento, con eccezioni e distinguo naturalmente. Questa analisi è stata realizzata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha elaborato i dati dell’Inps e dell’Istat, e fa pensare che alla lunga si potrebbe mettere a rischio la sostenibilità economica del nostro sistema sanitario e previdenziale.

La provincia più “squilibrata” d’Italia è Lecce: la differenza è pari a -97mila. Seguono Napoli con -92mila, Messina con -87mila, Reggio Calabria con -85mila e Palermo con -74mila. Ci sono 11 province settentrionali più o meno ‘allineate’ nel trend alla quasi totalità di quelle meridionali che registrano un numero di pensioni erogate superiore alle buste paga corrisposte ai lavoratori.

Tra le città con saldo attivo, invece, primeggia Milano (+342mila), davanti a Roma (+326mila), Brescia (+107mila), Bergamo (+90mila), Bolzano (+87mila), Verona (+86mila) e Firenze (+77 mila). Tra le province del Centro, infine, spiccano i risultati delle toscane. Per quanto riguarda le macro aree, il Nord ovest registra un forte saldo attivo (+748.000) il Nord est lo segue a ruota (+695.000), il Centro è distanziato ma sempre attivo (+385.000), mentre come detto è il Mezzogiorno a fare registrare l’unico dato negativo, ma con numeri importanti e quindi preoccupanti (-1.094.000). La conferma dalla mancanza di lavoro che non solo dalle nostre parti, ma in tutto il Sud, è cronica e su numeri preoccupanti, quindi non facilmente recuperabili.

Ma particolarmente grave è la situazione in Molise, regione piccola ma già con un grosso squilibrio nei dati considerati. Eccoli in sintesi: la nostra regione è all’11esimo posto in termini assoluti, perché a fronte di 123.000 pensioni erogate dall’Inps ci sono ‘solo’ 103.000 occupati con un saldo negativo di 20.000, cioè ventimila pensioni eccedenti sul numero di occupati. E’ certamente una brutta notizia che, visto il quadro economico attuale della nostra regione non fa pensare all’inversione della rotta verso il riequilibrio, anzi tutt’altro. Nello specifico, poi, Isernia si colloca al 62esimo posto tra i comuni capoluogo di provincia, con un saldo negativo di 7.000, cioè settemila pensioni eccedenti gli occupati; Campobasso figura al 75esimo posto con un saldo negativo di 13.000.

Insomma siamo una regione di pensionati: questa situazione unita al flusso migratorio, anche giovanile, molto consistente ed al conseguente calo della popolazione residente, ci mette in una situazione di scarsa se non nulla sostenibilità. Per rimediare è rimasto ben poco tempo.

(Ste.Man.)

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