Ormai ho un’esperienza sindacale di circa cinquant’anni, e posso confermare che tantissime sono le infrazioni, molte delle quali legate al tentativo di imprenditori senza scrupoli, di sfruttare le persone, o legate, anche a un sistema che sembra costruito apposta per non funzionare o lasciare spazio a furboni, evito di fare nomi per evitare inutili strascichi giudiziari.
Numerosissimi sono i dipendenti ricattati dai loro datori di lavoro e che, a fronte di contratti più o meno regolari, sono costretti ad accettare nella realtà salari inferiori, pagati con ticket e buoni pasto, o ancora con scontrini, o con scambi-merce, e via discorrendo.
Il mondo del lavoro è pieno di cause legali, di richieste di regolarizzazione di posizioni assicurative, di procedure legali per recupero crediti (salari non pagati, tredicesime rinviate, ferie non godute, Tfr rinviati sine die).
Per non citare chi, a fronte di contratti di 40 ore settimanali, è obbligato a fare 50/60 ore di lavoro, imprenditori furbi e pronti a tutto per risparmiare sul costo lavoro, decisi a sfruttare i loro collaboratori, che non parlerebbero, anche quando se ne andassero da quell’impiego, per paura di non trovare un’altra occupazione o di qualche rivalsa e rivincita.
In uno Stato moderno esistono dei fondamentali che reggono l’intera impalcatura, senza i quali la convivenza pacifica è semplicemente impossibile, uno di questi fondamentali sarebbero leggi chiare, brevi, concise, scritte in modo tale che chiunque le possa intendere e applicare.
La legge non ammette ignoranza, ed è giusto, ma provate a leggere una legge e a capirla, lo trovo difficile io che pur mi laureai, tanto tempo fa, in Giurisprudenza!
Chi sgarra dovrebbe sapere che corre il rischio, serio, concreto, quotidiano, di essere scoperto e, una volta scoperto di dover pagare multe salatissime, di farsi chiudere l’esercizio, di non poter più operare, di dover reintegrare i malcapitati dipendenti e via discorrendo.
In Italia, c’è un sistema che ha una produzione legislativa sconclusionata e senza senso, non vigono chiarezza del diritto, certezza del controllo, sicurezza della pena, ferrea applicazione delle sanzioni.
Società intestate a persone di comodo, nullatenenti, parenti lontani ultracentenari, quando non a senza fissa dimora o a stranieri emigrati compiacenti, da queste società, da questi esercizi, da questi datori di lavoro, si ricaverà poco, i dipendenti potranno recuperare al limite qualche briciola di quanto loro dovuto, ma essi continuano impuniti.
Dove sono quanti sono, quali controlli fanno, dove li fanno, come li fanno, gli ispettori dell’Inps e del ministero del Lavoro, ma soprattutto, sono messi in condizione di assicurare la comunità circa il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori dipendenti e autonomi? Una volta beccati i delinquenti quali probabilità hanno di cavarsela con poco, o con sanzioni adeguate ma assunte con tempi di applicazione biblici, o infine con pene pesanti e applicate in fretta ma con risultati evidenti?
Un’ultima considerazione lo Stato paga i Tfr dei propri dipendenti dopo due anni dalla fine del rapporto di lavoro e il Tfr è salario: differito, ma sempre salario, rinvia il rinnovo dei contratti di lavoro senza nemmeno discuterli, fa scadere i rinnovi economici biennali dei propri “collaboratori” senza neppure avvisarli, paga i propri fornitori, quando va bene e li paga in fretta, a non meno di 180 giorni, perde le pratiche nei meandri della burocrazia, richiede a ogni suo cittadino valanghe di certificati sui quali impone quelle piccole tasse che sono i valori bollati, che a chi ha meno impedisce di scaricare dalle tasse quel poco che questi possono spendere, considera la pensione di reversibilità degli orfani come un reddito e quindi non versa gli assegni familiari per quei bambini, blocca le pensioni più basse.
Sono gli italiani furbetti e approfittatori o è colpa di un sistema fallace e fallito? una cosa è certa, se anche i giudici sono lenti e la giustizia un po’ barocca, esistono in Italia valanghe di uffici vertenze sindacali ai quali potersi rivolgere per provare a far valere il proprio diritto a un compenso equo e a un lavoro giusto e umano, questo è già un bene. Ricominciamo da qui.
Alfredo Magnifico