Nei giorni scorsi sono stati pubblicati dati interessanti sul mercato del lavoro, sia a livello nazionale che regionale.
Da osservatore ancora impegnato sembra che qualcuno si stia adoperando a mettersi al servizio dei potenti per preservare il dominio del profitto ed operare per vilipendere il lavoro fino al ripristino di forme di schiavitù.
La situazione è sempre tragica per i giovani che non riescono ad avere uno sbocco occupazionale ne riescono a proseguire gli studi, mentre, le menti migliori, laureati e diplomati, più di 120 mila giovani ogni anno lasciano l’Italia.
Un mercato del lavoro sempre più allo sbando con lavoratori che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, infatti, oltre 6 milioni di persone sono povere pur lavorando, non arrivano a 10 mila euro annui.
La sanità pubblica è al collasso, tante persone rinunciano a curarsi o devono pagare per farlo. crescono le disuguaglianze l’ascensore sociale si è bloccato, tanti, troppi figli di non laureati sono condannati a restare fuori da diplomi e lauree, il Reddito di cittadinanza viene dimezzato.
Con i salari che negli ultimi trent’anni non hanno visto miglioramenti e con l’inflazione galoppante, le tariffe che lievitano Istat, la prima volta, in quarant’anni comunica che calano i consumi, inoltre abbiamo il record di giovani Neet che non studiano o lavorano,il tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa e il più alto debito pubblico.
In compenso i ricchi godono infatti crescono i profitti e gli extraprofitti la forbice sociale si allarga sempre di più i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Ogni tanto escono notizie che vogliono far credere che l’economia va meglio,che l’occupazione cresce (quale occupazione?) e che si riduce il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Non basta leggere le statistiche perché, (Trilussa docet) non è sempre due persone censite che hanno pranzato con mezzo pollo e mezza cipolla a testa; sia la media matematica, può essere che una persona ha mangiato, da sola, tutto il pollo e l’altra si sia accontentata dell’intera cipolla, magari dividendola con altrettanti affamati.
Spero che prima o poi si ritorni ad investire sulla forza lavoro riequilibrando quelle storture che troppi danni stanno creando al mondo del lavoro e soprattutto alle giovani generazioni.
Alfredo Magnifico