La legge di Bilancio è arrivata alla Camera in grandissimo ritardo rispetto alle tabelle di marcia stabilite per legge, da quel che mi risulta,i contenuti sono stati decisi ” nelle segrete stanze, senza confronto con le forze sociali, le decisioni che ne scaturiscono non solo non favoriscono ma danneggiano il popolo dei lavoratori.
Con una crescita del Pil dello ‘zero virgola’, diciannove mesi consecutivi di calo della produzione industriale, la povertà in aumento, l’economia sommersa in espansione, un lavoro sempre più precario, è stata varata una manovra di bilancio che non solo non risolverà alcun problema, ma peggiorerà ulteriormente la situazione di chi lavora.
Sarà un vero e proprio festival dei tagli al welfare universalistico, agli investimenti e ai servizi pubblici che si scaricherà per intero sulle fasce popolari, già brutalmente impoverite da un’inflazione da profitti che, tra le altre cose, ha determinato, negli ultimi 4 anni, la drammatica riduzione del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, mentre gli utili netti in molti settori sono decollati.
È vero l’Italia ha un debito pubblico elevato; è vero il Governo Meloni pochissimi mesi fa ha sottoscritto le nuove norme europee che riportano il Paese all’austerità; è vero le risorse a disposizione sono poche visto che nonostante le magnificenze raccontate la crescita del Pil ricorda i prefissi telefonici.
La manovra avrebbe, forse dovuto prevedere, una seria lotta all’evasione fiscale, dove andavano recuperate le risorse necessarie per rispettare i parametri del nuovo Patto di Stabilità, che l’Esecutivo italiano ha avallato nel Consiglio europeo.
Si è scelto di ridurre ulteriormente i dipendenti pubblici a partire da insegnanti, personale scolastico, tagliare le risorse agli enti locali, rinunciare alle indispensabili assunzioni nella sanità, prevedere interventi peggiorativi in materia previdenziale, privarsi della stessa possibilità di mettere in campo politiche industriali in grado di invertire un declino produttivo sempre più evidente.
Che le cose stanno così lo dichiara lo stesso Governo, che prevede, per i prossimi anni, un impatto sul Pil della sua politica economica tra 0,3 e 0,0 punti percentuali.
La legge racconta quale è la filosofia di fondo che, chi siede a Palazzo Chigi, vuole affermare, la Meloni, sostenuta da ministre e ministri, è quella che – non dicendolo esplicitamente – sta riducendo tutto ciò che ha il sapore di pubblico, spostando tutto quel che si riesce sul privato e sul mercato, uno stato leggero, che ha il sapore del neo liberismo che pensavamo esserci messi alle spalle.
Con una crescita del Pil dello ‘zero virgola’, diciannove mesi consecutivi di calo della produzione industriale, la povertà in aumento, l’economia sommersa in espansione, evasione fiscale che un lavoro sempre più precario, è stata varata una manovra di bilancio che non solo non risolverà alcun problema, ma peggiorerà ulteriormente la situazione.
Tagli su tagli, dal sociale agli investimenti, in assenza di una politica industriale sarà l’Italia intera dal nord al sud a fermarsi e a pagarne lo scotto.
Alfredo Magnifico