La Corte dei Conti dell’Unione europea, nella ‘Relazione sull’impatto delle politiche europee sulla disoccupazione giovanile’ ha attestato definitivamente il fallimento del progetto Garanzia giovani, scrivendo chiaramente che esso ‘ha compiuto progressi limitati e conseguito risultati che non rispecchiano le aspettative iniziali’.
La ‘Garanzia giovani’, programma della Ue che si proponeva di offrire un impiego a tutti i ragazzi inattivi entro quattro mesi dalla loro ultima attività, aveva un obiettivo troppo grande per le sue possibilità e quindi ha fallito la sua missione.
La Corte dei Conti Ue ha studiato l’attuazione dello strumento europeo in sette Paesi, tra cui l’Italia, e ha concluso che nessuno di essi è riuscito ad assicurare un’offerta che rispettasse i tempi e che aiutasse davvero ad inserire i giovani nel mondo del lavoro. In Italia, uno dei problemi che ha ostacolato il successo della Garanzia Giovani è stata la decisione di creare un nuovo database, al quale i ragazzi interessati dovevano registrarsi.
Dalla relazione emerge un quadro ancora più fosco per l’Italia, che ha ottenuto i risultati peggiori tra i Paesi analizzati: in media, solo il 31 per cento dei ragazzi ha trovato un vero posto di lavoro (esclusi i tirocini), rispetto al 90 per cento della Francia e il 64 dell’Irlanda. Inoltre viene confermato il record negativo del ritardo della ‘riscossione dei pagamenti’, in media di 64 giorni”.
Si attesta dai risultati ottenuti anche il fallimento del sistema regionale di istruzione e formazione professionale’, che prevede l’obbligo di valutare gli enti di formazione in base alle reali opportunità di lavoro che riescono a far ottenere agli allievi, non solo in termini percentuali di quanti di loro lavorano entro un anno dalla fine dei corsi, ma valutando anche la qualità dei contratti di lavoro offerti e le retribuzioni percepite.
Obiettivo sarà quello di premiare le agenzie di formazione e le imprese che valorizzano veramente gli allievi, a scapito di quelle che puntano solo ad incassare contributi e sfruttarli, per poi abbandonarli al loro destino.
Solo tornando alla vera meritocrazia, alla valorizzazione delle persone e alla dignità al lavoro e delle retribuzioni il fosco quadro economico, sociale e occupazionale potrà veramente migliorare.
Inoltre, così come negli altri Paesi, non è stata fatta una valutazione dei costi necessari. La maglia nera per l’Italia è meritatamente assegnata per la crescita della precarietà con lo smodato utilizzo dei famigerati vouchers e le politiche governative del Jobs Act, con annunci, finti incentivi, sigle incomprensibili, inglesismi, che hanno contribuito ad eliminare tanti diritti e ad azzerare la dignità del lavoro.
Alfredo Magnifico
La Corte dei conti dell’ UE Attesta il fallimento di Garanzia Giovani
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