Un tesoretto da 100 milioni da poter destinare agli assegni di ricollocamento, una sorta di bonus una tantum magari per interventi selettivi; un cervellone unico della Pa con i dati dei disoccupati e nuove funzioni per l’Anpal.
I decreti correttivi del Jobs Act, approvati in via preliminare dal governo, rafforzano l’Agenzia per le politiche attive per il lavoro presieduta da Maurizio Del Conte, fissando nuovi tasselli nell’architettura dell’agenzia, nel segno della trasparenza e della semplificazione.
Le nuove norme sono un buon segnale, un passo significativo per rafforzare l’operatività e le risorse dell’Agenzia. Tra le novità c’è lo sblocco delle risorse non utilizzati del fondo di rotazione per le politiche attive per l’occupazione che potrebbero essere usate per dosare meglio gli assegni di ricollocazione.
Fondi che a occhio e croce ammontano a circa 100 mln di euro, poca roba se si usassero genericamente per tutti i disoccupati, ma un ‘bonus’ più sostanzioso se si optasse per un intervento selettivo, per i soggetti più vulnerabili. I decreti istituiscono un data base unico che accorpa le informazioni di chi cerca lavoro di tutti gli organi competenti, Inps, Miur, tra gli altri. “Avere informazioni chiare e complete sulla situazione patrimoniale e’ un asset fondamentale per un efficace servizio, con garanzie di equità e trasparenza”.
Cruciale anche ‘attribuzione di nuove funzioni in capo all’Agenzia inclusi i corsi di formazione, in collegamento con il ministero dell’Istruzione non solo per colmare il gap tra la scuola e l’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche per formare e reindirizzare i lavoratori in nuovi settori in caso di crisi aziendali complesse o dove ci sono dei piani di reindustrializzazione.
Jobs Act, tesoretto da 100 mln
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