L’Italia resta la meta preferita dai viaggiatori europei, un aumento delle prenotazioni è atteso dopo che il vaccino sarà stato ampiamente somministrato.
La ventesima edizione del rapporto F.N.E. è dedicata alla “ripartenza”, e mette in luce le pesanti ricadute economiche che la pandemia ha avuto sul sistema Italia.
Il Pil nazionale è crollato del 9,1%, le esportazioni del 2020 sono calate del 16% (con perdite maggiori a NordEst),nel 2021 si prevede di recuperare il 4,2% circa del Pil, il 70% degli imprenditori ritiene che il recupero dei valori pre-crisi sarà possibile nel 2022.
La crisi ha colpito di più le imprese manifatturiere e dei servizi, soprattutto quelle che più hanno dovuto limitare o sospendere la propria attività per via delle restrizioni imposte per contenere i contagi.
Il turismo a NordEst ha registrato un calo di arrivi (tra gennaio e ottobre 2020) del meno 49%, per il futuro le previsioni non sono rosee: nei prossimi mesi si prevede un ulteriore calo di arrivi internazionali, che potrebbero ritornare ai flussi pre-crisi non prima di due-quattro anni.
Aigo, (società di consulenza marketing e comunicazione per l’industria dei viaggi e dell’ospitalità) e Travel Consul (l’alleanza di marketing globale tra società di pubblicità, strategie e media marketing, operativa in cinque continenti) nella quarta edizione del Global travel distribution, prevedono che dal mondo dell’intermediazione turistica prevale una cauta fiducia, per una ripresa che non potrà avvenire prima del 2022,ora si parla di una diffusa propensione a un turismo di prossimità, con l’Italia che resta mèta preferita dai viaggiatori europei.
L’industria del turismo si dimostra “fragile e incerta”, pa causa della pandemia: i viaggi restano nella lista di cose “che si faranno”, con programmazioni incentivate e con flessibilità nelle prenotazioni (possibilità di cancellazione), dalla personalizzazione di prodotti e servizi, dalla speranza della vaccinazione diffusa, dalle misure sanitarie e di sicurezza adottate.
La ripresa dei viaggi internazionali si avrà se gli uffici del turismo faranno la loro parte, supportando certificazioni sanitarie, promuovendo la distribuzione con il rilascio di dati e informazioni puntuali, e con campagne di comunicazione rivolte ai potenziali viaggiatori.
Scende l’aspettativa di una ripresa nel 3° e 4° trimestre 2021, passando dal 34% all’odierno 4,1%, va meglio per la propensione dei clienti verso i viaggi futuri, con un commercio di viaggi italiano che risulta essere cauto, ma di fondo ottimista: nei clienti prevale il posticipo delle prenotazioni sulle cancellazioni.
Il 36% dei consumatori italiani guarda alla stessa destinazione che ha prenotato, il 45% sta aspettando per decidere le nuove date e la destinazione del viaggio precedentemente prenotato, mentre il 19% dei clienti vorrebbe cambiare meta, le cancellazioni in Italia calano di 11 punti percentuali, passando dal 46% (rilevato a settembre 2020) all’attuale 35, tra gli operatori italiani, prevale la necessità di ridurre il periodo di quarantena, e di accedere a test Covid gratuiti con il rilascio di un certificato sanitario (52%).
Un aumento delle prenotazioni è atteso dopo la somministrazione del vaccino (40%) con il 73% che crede nell’impatto favorevole sulla richiesta di viaggi internazionali a seguito dell’eventuale adozione del certificato di immunità.
I clienti italiani sono attenti ai temi di sicurezza della destinazione e relativa certificazione sanitaria (83%) e alle misure anti Covid-19 da parte dei governi interessati (67%), fattori che condizionano anche la maggior parte dei clienti europei e globali.
Innovazione è la parola chiave per poter ripartire, alta la percentuale di coloro che intendono valutare nuove soluzioni per innovare il prodotto: l’85,5% è pronto a considerare nuove destinazioni, 82,9% nuovi hotel e resort, 81,8% nuovi fornitori.
Gli operatori di tutto il mondo sono interessati a valutare: nuove destinazioni, nuove strutture e nuovi fornitori nel corso del 2021.
I social media continuano a rappresentare il canale marketing su cui puntare, in particolare in Italia, dove la percentuale è superiore a quella europea e globale. Il turismo domestico e quello di prossimità restano in testa nelle scelte dei viaggiatori italiani. Il 28% degli operatori ha registrato nell’ultimo trimestre un aumento delle prenotazioni di viaggi entro i confini nazionali. In particolare, il 15% ha rilevato una crescita compresa tra il 21 e il 40%.
Per quanto riguarda le soluzioni che riscuotono maggiore interesse, i viaggi in solitaria vengono indicati dal 66% degli intervistati italiani, in crescita rispetto alla precedente rilevazione. Si registra una crescita di interesse anche verso i resort all inclusive (dal 7% al 23%); nelle crociere marittime (dall’1% al 15%); negli hotel e resort (dal 13% al 22%) e nei piccoli gruppi (da 13% al 21%).
Alfredo Magnifico