Uno studio dell’Ufficio economico Confesercenti, sui consumi delle famiglie nelle regioni italiane, fotografa la distanza che affligge il Nord e il Sud del Paese, tracciando un Italia sempre più diseguale, sul fronte della spesa familiare, l’Italia resta a due velocità, un Nord che resiste e un Centro-Sud che, pur con eccezioni, tira la cinghia, basta pensare che nel 2018 le famiglie lombarde hanno speso in media 33.621 euro, 14 mila in più di quelle calabresi.
La Calabria è la regione più in sofferenza: la spesa media delle famiglie si attesta a 19.911 euro l’anno, quasi 5.800 euro in meno della media nazionale (28.251), dopo la Calabria, nella classifica delle regioni più attente alla spesa, ci sono Sicilia (spesa media di 21.404 euro per nucleo familiare) e Basilicata (22.317 euro): sotto i livelli nazionali anche Campania (23.188 euro), Molise (23.250 euro), Puglia e Sardegna (entrambe a 23.524 euro) e Abruzzo (23.704).
Anche l’Italia centrale segna il passo: in due regioni su quattro (Marche e Umbria), la spesa delle famiglie è di circa 2mila euro inferiore alla media nazionale, vanno meglio Lazio (29.790 euro all’anno) e Toscana, che con 31.543 euro l’anno di spesa media è al quarto posto tra le aree che registrano la maggior spesa in Italia, la precedono tutte le regioni del nord: Emilia-Romagna, 32.590 euro di spesa annuale, Trentino-Alto Adige (33.614) e Lombardia, che con 33.621 si conferma la regione più dinamica d’Italia.
Tutto il settentrione mostra andamenti superiori alla media nazionale, con l’eccezione della Liguria, dove la spesa media si è fermata a 26.992 euro, circa 1.300 euro in meno della media Italiana.
Le differenze tra regione e regione variano a seconda delle singole voci di spesa, il nord Italia mostra andamenti superiori rispetto alla media nazionale.
La Campania è la regione che spende di più sui prodotti alimentari: 5.380 euro, il 19,2% del bilancio famigliare annuale, mentre le famiglie di Abruzzo e Sicilia spendono rispettivamente 4.633 e 4.676 euro l’anno.
Per ristorazione e servizi ricettivi spendono di più le famiglie del Trentino-Alto Adige, 2.237 euro l’anno, seguite a da Emilia-Romagna (2.107 euro) e Lombardia (2.022 euro).
Le famiglie in Calabria, Basilicata e Sardegna spendono meno in vacanze e cena al ristorante: in Calabria (524 euro, meno della metà del Trentino), Basilicata (699 euro) e Sardegna (734 euro).
Per la spesa in abbigliamento e calzature prime in classifica le famiglie valdostane: nel 2018 hanno investito in prodotti di moda 2.134 euro l’anno, oltre 800 euro in più della media Italia, segue il Molise, dove le famiglie hanno speso in media, nel 2018, 1.808 euro l’anno, molto meno le famiglie di Sardegna, Liguria e Friuli-Venezia Giulia: dove la spesa media non raggiunge i 1.000 euro l’anno.
Le famiglie del Lazio spendono per il capitolo casa 12.057 euro, cioè 2mila euro in più rispetto alla media nazionale (9.897) e più del doppio della Calabria (5.628 euro), che chiude la classifica, i numeri potrebbero essere influenzati dai prezzi del mercato immobiliare di Roma, seguono Trentino (12.041 euro anno a famiglia) e Toscana (11.622 euro), spese basse anche per le famiglie della Basilicata (6.233 euro l’anno) e del Molise (6.751 euro).
In Sicilia la spesa delle famiglie per l’arredamento si aggira sui 935 euro annui, contro i 1142 della Lombardia, In fondo alla classifica c’è il Molise, dove le famiglie spendono circa 809 euro.
Nel 2018 le famiglie lombarde hanno speso per la salute 1.732 euro, il doppio delle Marche, seguono la Valle d’Aosta e il Veneto (a 1.712 e 1.624 euro), mente in fondo alla classifica, prima della maglia nera Marche, Abruzzo e Sardegna (rispettivamente 957 e 963 euro l’anno), le famiglie hanno stretto la cinghia anche sulla prevenzione.
Le famiglie del Trentino-Alto Adige sono in testa alla classifica per la spesa in Cultura e spettacoli: la spesa delle famiglie si aggira sui 2.107 euro, quasi tre volte il budget dedicato dalle famiglie calabresi e siciliane (729 e 740 euro).
In Lombardia le famiglie investono il triplo di quelle calabresi in Istruzione, 266 euro all’anno in media, oltre 3 volte le risorse investite dai calabresi (79 euro).
Alfredo Magnifico